Corte Ue: da FB rimozione di commenti identici a quelli illeciti

Pubblicato il 04 ottobre 2019

Dalla Corte di giustizia chiarimenti in merito all’interpretazione della direttiva sul commercio elettronico e alla possibilità di ingiungere ad un host provider, come Facebook, la rimozione di commenti identici a un commento già dichiarato illecito.

Con sentenza depositata ieri, 3 ottobre 2019, relativa alla causa C-18/18, la Corte Ue ha risposto ad una domanda di pronuncia pregiudiziale presentata nell’ambito di una controversia tra una deputata del Parlamento austriaco e Facebook, in merito alla pubblicazione, sulla pagina di un utente ospitata sul sito del social network, di un messaggio contenente dichiarazioni lesive dell’onore della prima, nonché di affermazioni identiche e/o dal contenuto equivalente.

Obblighi di rimozione imposti all’host provider

Si chiedeva, nel dettaglio, se l’articolo 15, paragrafo 1, della direttiva 2000/31/CE fosse di ostacolo, in generale, a uno degli obblighi imposti a un prestatore di servizi di hosting, che non abbia rimosso tempestivamente informazioni illecite, in particolare all’obbligo di rimuovere, non soltanto le suddette informazioni illecite, ma anche altre informazioni identiche:

Esonero da responsabilità del prestatore in caso di rimozione

Sulla base delle norme Ue citate, un prestatore di servizi di hosting, quale Facebook, non è responsabile delle informazioni memorizzate qualora non sia a conoscenza della loro illiceità o qualora agisca immediatamente per rimuoverle o per disabilitare l’accesso alle medesime non appena ne venga a conoscenza.

Tuttavia, questo esonero di responsabilità non pregiudica la possibilità di ingiungere all’host provider di porre fine ad una violazione o di impedire una violazione, in particolare cancellando le informazioni illecite o disabilitando l’accesso alle medesime.

Per contro, la direttiva vieta che venga imposto di sorvegliare, in via generale, le informazioni memorizzate o di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attività illecite.

Sì a rimozione anche per contenuti identici

Con la sentenza depositata ieri, i giudici europei hanno precisato che, in base alle norme comunitarie, è legittimo che uno Stato membro possa ordinare al prestatore di servizi di hosting:

In base al diritto Ue, in definitiva, è possibile che a un host provider venga ingiunto di rimuovere commenti identici e, a certe condizioni, equivalenti a un commento precedentemente dichiarato illecito.

E tale ingiunzione può anche produrre effetti a livello mondiale, nell’ambito del diritto internazionale pertinente.

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