CPB 2025-2026: in GU il decreto con la metodologia ufficiale

Pubblicato il 23 maggio 2025

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2025 il Decreto ministeriale del 28 aprile 2025, che approva la metodologia per il concordato preventivo biennale relativo ai periodi d’imposta 2025 e 2026.

Il provvedimento definisce i criteri con cui l’Agenzia delle Entrate potrà formulare proposte ai contribuenti di minori dimensioni, tenendo conto di dati economici, redditività individuale e settoriale desunti dagli ISA, nel rispetto della normativa sulla privacy.

Mef, metodologia per il concordato preventivo biennale

Sono ufficiali i contenuti del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (anticipato a fine aprile dall'Amministrazione finanziaria), che approva la metodologia per la formulazione della proposta di concordato preventivo biennale (CPB) riferita al biennio d’imposta 2025-2026. Si tratta del secondo provvedimento attuativo della disciplina introdotta dal D.lgs. n. 13/2024, che segue la scia del precedente decreto ministeriale del 14 giugno 2024, con il quale era stata definita la metodologia per il primo biennio di applicazione del CPB (2024-2025).

Anche in questa nuova edizione, il DM conferma l’impianto metodologico già adottato, apportando solo gli aggiornamenti necessari per adeguarlo al contesto temporale e macroeconomico più recente. In particolare, l’articolo 2 del decreto – intitolato “Approvazione della metodologia relativa al concordato preventivo biennale” – dispone formalmente l’adozione del modello di calcolo su cui l’Agenzia delle Entrate elaborerà le proposte di concordato rivolte ai contribuenti che, nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024, abbiano applicato gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA).

Il decreto Mef del 28 aprile 2025 va a completare la normativa in materia di CPB, inserendosi nel solco della pubblicazione di due precedenti provvedimenti direttoriali:

CPB 2025–2026: cos’è, a chi si applica e vantaggi

Il Concordato preventivo biennale è uno strumento introdotto dalla riforma fiscale (D.lgs. n. 13/2024) per rafforzare la collaborazione tra contribuenti e Amministrazione finanziaria, offrendo maggiore certezza e stabilità nei rapporti tributari.

Il CPB consiste in una proposta di reddito e base imponibile predefinita, formulata dall’Agenzia delle Entrate sulla base dei dati dichiarati dal contribuente (soprattutto quelli risultanti dagli Indici sintetici di affidabilità fiscale – ISA), al fine di determinare anticipatamente le imposte dovute per due annualità consecutive.

I vantaggi per chi aderisce a questo nuovo strumento di compliance tra contribuenti e Fisco sono:

Possono aderire al CPB 2025–2026:

Restano, invece, esclusi:

Il CPB si configura dunque come un meccanismo di compliance avanzata che richiede attenzione e consapevolezza, ma può rappresentare una significativa opportunità per i contribuenti minori di stabilizzare la propria posizione fiscale.

Metodologia di elaborazione del CPB 2025–2026

La metodologia di elaborazione del concordato preventivo biennale (CPB) per il biennio 2025–2026 è stata approvata con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 28 aprile 2025, che indica i diversi passaggi attraverso i quali si può arrivare alla definizione della proposta di CPB.

Tale metodologia consente all’Agenzia delle Entrate di formulare ai contribuenti interessati una proposta di reddito e base imponibile concordata, valida per due anni, fondata su dati dichiarativi e statistici ufficialmente approvati.

La procedura, descritta in dettaglio nell’Allegato tecnico-metodologico al decreto, è stata costruita con riferimento a specifiche attività economiche e tiene conto di molteplici fattori, tra cui: l’andamento dei mercati, le redditività individuali e settoriali desumibili dall’applicazione degli ISA, e le condizioni economiche generali, nel rispetto delle norme in materia di tutela dei dati personali.

L’elaborazione della proposta si basa sia sui dati dichiarati dal contribuente nel periodo d’imposta 2024, sia su informazioni ISA relative anche ad annualità precedenti. La stima è poi adeguata in chiave prospettica attraverso l’utilizzo delle proiezioni macroeconomiche di crescita del PIL per gli anni 2025 e 2026, fornite da fonti ufficiali. I contribuenti, in fase di applicazione degli ISA, sono chiamati a fornire specifici dati aggiuntivi funzionali alla formulazione della proposta, così come previsto dalla documentazione tecnica allegata al decreto.

In sintesi, il modello metodologico adottato rappresenta una struttura analitica multilivello, che unisce indicatori economici oggettivi, storicità dei dati dichiarativi, e stime previsionali, per formulare una proposta coerente, realistica e adattata al profilo del singolo contribuente.

Cinque passaggi per la definizione della base imponibile da concordare

Nello specifico, la proposta di Concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2025 e 2026 si fonda sulla determinazione di due basi imponibili:

Entrambe le basi imponibili vengono calcolate al netto del saldo tra plusvalenze, sopravvenienze attive, minusvalenze e sopravvenienze passive, generando una variazione finale del reddito concordato.

La metodologia si sviluppa attraverso cinque passaggi fondamentali:

  1. Misurazione degli indicatori elementari ISA
    Vengono analizzati gli indicatori di affidabilità economica, come ricavi, valore aggiunto e reddito per addetto, con l’obiettivo di massimizzare il risultato verso il valore ideale pari a 10. Eventuali anomalie vengono neutralizzate per garantire una valutazione oggettiva della posizione del contribuente.
  2. Valutazione della redditività operativa triennale
    Si costruisce un coefficiente che riflette la redditività media dell’attività nell’ultimo triennio (2022–2024), includendo il periodo d’imposta oggetto di dichiarazione. Questo coefficiente può aumentare o ridurre il reddito stimato a seconda della performance dell’attività.
  3. Confronto con valori medi di settore
    Se il reddito determinato risulta inferiore a quello medio percepito dai lavoratori dipendenti dello stesso settore, viene applicato un adeguamento per garantire una coerenza minima rispetto ai benchmark settoriali.
  4. Determinazione della base imponibile IRAP
    Per le sole società, viene calcolata la base imponibile IRAP attraverso un procedimento speculare a quello utilizzato per il reddito imponibile delle imposte dirette, seguendo le stesse logiche metodologiche.
  5. Rivalutazione tramite proiezioni macroeconomiche
    Infine, il risultato determinato nei passaggi precedenti viene aggiornato sulla base delle stime di crescita del PIL nazionale: +3,3% per il 2025 e +3,1% per il 2026, secondo le previsioni macroeconomiche ufficiali.

Questa struttura metodologica garantisce che la proposta di concordato rifletta fedelmente la realtà economico-produttiva del contribuente, tenendo conto sia delle performance storiche sia delle prospettive di crescita a livello macroeconomico.

Oggetto e ambito temporale della proposta di concordato

L’articolo 3 del decreto MEF del 28 aprile 2025 definisce con precisione l’oggetto e l’ambito temporale della proposta di concordato preventivo biennale elaborata dall’Agenzia delle Entrate. In particolare, la proposta si fonda sui risultati della metodologia approvata dal decreto stesso e riguarda i seguenti elementi:

Tali grandezze economiche, così individuate, costituiscono il nucleo della proposta concordataria e rilevano esclusivamente per i periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2025 e al 31 dicembre 2026, cioè per l’intero biennio oggetto del concordato. La proposta assume dunque valore vincolante per i due anni successivi alla sua accettazione, rappresentando una base fiscale predeterminata e certa per il contribuente che aderisce.

Cessazione degli effetti del CPB

Il concordato preventivo biennale cessa di produrre effetti nel caso in cui, in uno dei due periodi d’imposta oggetto dell’accordo (2025 o 2026), si verifichino minori redditi effettivi o minori valori della produzione netta effettivi che eccedano la soglia prevista dall’articolo 19, comma 2, del D.lgs. n. 13/2024, rispetto a quelli concordati. Tuttavia, questa cessazione è condizionata alla presenza di specifiche circostanze eccezionali, elencate all’articolo 4 del decreto MEF del 14 giugno 2024, richiamato anche dal nuovo decreto del 28 aprile 2025.

In pratica, il CPB perde efficacia solo se la diminuzione significativa del reddito (oltre il 50%) è direttamente riconducibile a eventi straordinari come calamità naturali, danni strutturali all’attività, sospensione prolungata dell’esercizio o altre situazioni di forza maggiore debitamente documentate. In assenza di tali condizioni, anche una forte riduzione del reddito non comporta automaticamente l’annullamento dell’accordo.

Questa previsione consente di tutelare il contribuente in caso di eventi gravi e non prevedibili, mantenendo però saldo il principio di responsabilità e impegno verso il concordato accettato.

Adeguamento della proposta di concordato per l’anno 2025

Il decreto MEF prevede, all’articolo 5, la possibilità di adeguare la proposta di concordato preventivo biennale relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025, nel caso in cui il contribuente segnali il verificarsi di eventi straordinari che abbiano compromesso lo svolgimento dell’attività economica.

A tal fine, l’Agenzia delle Entrate può ridurre il reddito concordato e il valore della produzione netta determinati con la metodologia approvata, in misura proporzionale alla durata della sospensione dell’attività, secondo i seguenti criteri:

Gli eventi straordinari che danno diritto a tale adeguamento devono essere riconducibili alle situazioni eccezionali già elencate all’articolo 4 del decreto MEF del 14 giugno 2024, in particolare:

Tali circostanze devono essersi verificate durante il periodo d’imposta 2025, ma prima dell’adesione al concordato. Le riduzioni sono calcolate automaticamente dal software applicativo CPB, sulla base delle informazioni dichiarate dal contribuente, evitando così oneri documentali aggiuntivi per l’Amministrazione e favorendo una risposta più equa alle situazioni di crisi temporanea.

Misure per graduare la proposta di concordato

Per accompagnare in modo graduale i contribuenti verso il nuovo regime di affidabilità fiscale, il decreto MEF del 28 aprile 2025 conferma le misure già previste dal precedente decreto del 14 giugno 2024, introducendo una modulazione del reddito concordato per il primo anno del biennio.

In particolare, per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025, l’eventuale maggiore reddito calcolato con la metodologia approvata rispetto a quello effettivamente dichiarato nel 2024 sarà considerato solo al 50%. Lo stesso criterio si applica anche al valore della produzione netta IRAP.

Questa riduzione automatica, gestita dal software dell’Agenzia delle Entrate, non richiede alcun intervento da parte del contribuente e consente di limitare l’impatto fiscale iniziale dell’adesione al concordato, rendendo la transizione più sostenibile e graduale.

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