Dal Mef risposte ai quesiti sull’antiriciclaggio

Pubblicato il 11 novembre 2013 La materia dell’Antiriciclaggio è stata oggetto di attenta analisi da parte del Ministero dell’Economia, Guardia di Finanza e Uif-Banca d’Italia. I tre organismi hanno, infatti, collaborato per rispondere ufficialmente ad una serie di quesiti avanzati al Mef dal settimanale ItaliaOggi Sette, che riporta in esclusiva le interpretazioni offerte a professionisti ed imprese.

Il primo aspetto da evidenziare è che i controlli antiriciclaggio stanno aumentando sempre di più negli studi professionali e in base ai dati emersi - relativi agli interventi effettuati nel 2012 - si è constatato che, al riguardo, non solo sono state compiute numerose violazioni amministrative, ma anche molte violazioni penali, la maggior parte relative agli obblighi di registrazione dei dati o di identificazione della clientela.

Il tutto fa pensare che il corretto adempimento degli obblighi antiriciclaggio non sempre è attuabile anche perché spesso i controlli formali richiesti ostacolano l’instaurarsi del rapporto di fiducia, che lega solitamente il professionista al proprio cliente.

Ecco, infatti, che i professionisti dovrebbero denunciare tutti i reati fiscali di cui dovessero venire a conoscenza; ma è chiaro che soprattutto in questa situazione di crisi, con spiccata carenza di liquidità da parte delle imprese, il corretto adempimento degli obblighi tributari/previdenziali può facilmente slittare, con la conseguenza che anche un singolo importo non versato dovrebbe essere tempestivamente segnalato. E la ritardata denuncia, solo per motivi di comprensione verso un cliente in difficoltà, porta al compimento di un reato.

Le altre risposte del Mef hanno riguardato poi l’aspetto dell’antiriciclaggio in materia di contratti di affitto, di titolare effettivo e adeguata verifica.

Riguardo all’obbligo di registrazione della prestazione è stato chiesto se quest’ultimo si concretizza solo nel caso in cui il professionista partecipi alla redazione del contratto oppure anche nel caso in cui fornisca solo una semplice consulenza su alcune clausole di esso. È emerso che nel caso di assistenza ad un cliente in merito alla stipula di un contratto di locazione immobiliare, l’attività professionale prestata al proprietario dell’immobile rientra nella fattispecie di cui all'articolo 12, comma 1, lettera c), n.2 del Dlgs n. 231/2007 (“gestione di denaro, strumenti finanziari o altri beni”) per cui sul professionista ricadono tutti gli obblighi della normativa antiriciclaggio.

Circa l’importo dei 15mila euro del contratto di affitto a partire dal quale è richiesta obbligatoriamente la registrazione, il Mef puntualizza che tale importo deve riferirsi alla singola rata mensile oppure a quella del periodo, se viene concordata una diversa base di periodicità: pertanto in caso di rate pari o superiori ai 15 mila euro il contratto sarà rilevante ai fini della registrazione antiriciclaggio.

Riguardo al dubbio già sollevato in passato circa la necessità di non trascrivere i dati del “titolare effettivo” nell’archivio unico, ma unicamente di riportarli nella cartella del cliente, è stato richiesto ai tecnici ministeriali un ulteriore chiarimento.

In attesa che il ministero della Giustizia attui le disposizioni dell’articolo 38 del Dlgs 231/07, il Mef puntualizza che i dati del titolare effettivo sono strettamente connessi alla procedura di adeguata verifica e non a quella di registrazione. Inoltre, tali dati non possono mai essere acquisiti direttamente dal professionista ma devono sempre essere forniti, allo stesso, dal cliente (art. 21), che si assumerà tutta la responsabilità in caso di trasmissione di eventuali dati fuorvianti.
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