Debiti PA, approvato il decreto per lo sblocco dei pagamenti alle imprese

Pubblicato il 08 aprile 2013 Dopo un difficile Consiglio dei ministri durato più di 4 ore è arrivato il via libera definitivo al decreto per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Il decreto è stato inviato subito al presidente della Repubblica e già da oggi, lunedì 8 aprile, dovrebbe approdare in “Gazzetta Ufficiale” per entrare in vigore fin da domani.

Ciò vuol dire che già da domani Comuni e Province potranno iniziare ad effettuare parte dei pagamenti alle imprese in attesa di un altro decreto ministeriale che disciplinerà lo svincolo del patto di Stabilità interno. Conseguentemente, entro il 30 aprile saranno resi noti “gli spazi finanziari” ed entro il 15 maggio sarà comunicata la ripartizione delle risorse rispetto alle richieste. Le verifiche per gli ulteriori pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione dovranno essere fatte entro il prossimo 15 settembre.

Nei vari passaggi del decreto è stato aggiunto, all’ultimo minuto, quello che obbliga gli enti locali e le Regioni, che non hanno disponibilità di cassa, a chiedere le anticipazioni necessarie per procedere con i pagamenti. La formula delle prime versioni del decreto che recitava, infatti, “possono chiedere” è ora stata modificata con la frase che dice che in caso di carenza di cassa le amministrazioni “chiedono” il prestito al Tesoro.

Il cuore del provvedimento annuncia, infatti, lo sblocco di 40 miliardi di euro, suddivisi in 20 miliardi per il 2013 e 20 per il 2014, da erogare alle imprese attraverso un meccanismo semplice e veloce che prevede comunque il rispetto della soglia del debito del 3%.

Il decreto per i pagamenti alla PA prevede che le amministrazioni vedano ripartita la possibilità “di chiedere prestiti allo Stato, prestiti trentennali sul tasso medio del Btp quinquennale”. Come, poi, è stato aggiunto dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli: “di questi 40 miliardi, per 14 miliardi le amministrazioni avranno già la capacità propria di provvedere alla spesa, per gli altri 26 lo Stato ripartisce non soltanto gli spazi di liquidità esistenti, ma anche le linee di credito'' per il periodo fra il 2013-14.

Nello specifico, i 26 miliardi messi a disposizione tramite i prestiti rientreranno in un Fondo unico articolato in tre sezioni tra loro comunicanti, con la possibilità all’occorrenza di decidere per delle variazioni tra i vari capitoli della spesa pubblica (sanità, ecc.). In un primo momento, le anticipazioni per Comuni e Provincie verranno gestite dalla Cassa depositi; mentre, il ministero dell’Economia si occuperà direttamente delle anticipazioni alle Regioni. Per gli enti locali sono previsti 2 miliardi per il 2013 e due per il 2014 per i debiti regionali non sanitari e 3 e 5 miliardi e per quelli relativi alla sanità.

Tra le modalità di pagamento dei debiti PA è prevista anche la possibilità di compensazione tra debiti e crediti fiscali e come annunciato dal ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, l’intenzione è quella di allargare la tipologia di crediti che potranno essere compensati non limitandosi solo ai debiti passati a ruolo. Infatti, il testo del provvedimento ha accolto l'innalzamento della soglia delle compensazioni crediti-debiti fiscali dai 500 mila euro ai 700 mila, anche se tale possibilità risulta applicabile solo a partire dal 2014. Viceversa, sembra applicabile a partire dall’entrata in vigore del decreto, l’estensione delle fattispecie dei crediti fiscali compensabili anche a quelli che emergono da accertamento per adesione.
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