Decisione sulla confisca preventiva, sentenze tributarie non vincolano

Pubblicato il 29 novembre 2017

Le pronunce tributarie e le determinazioni assunte nel procedimento amministrativo in merito a operazioni commerciali, attestate da documenti contabili di cui si assume la non rispondenza al vero, se prodotte dalle parti nel procedimento riguardante l’applicazione delle misure di prevenzione reali e la formulazione del giudizio di sproporzione tra redditi i dichiarati, le attività svolte e il valore dei beni acquisiti dal proposto, sono soggette al libero apprezzamento del giudice.

Le stesse, infatti, non contengono accertamenti di fatto con efficacia vincolante per la decisione sulle misure di prevenzione.

Vicenda all’attenzione della Cassazione

Così la Prima sezione penale di Cassazione nel testo della sentenza n. 53636 depositata il 28 novembre 2017, con la quale è stata confermata la misura di prevenzione della confisca disposta a carico di due coniugi accusati di truffa ed evasione fiscale.

I due, sulla base dei riscontri effettuati dalla polizia giudiziaria, erano stati considerati socialmente pericolosi in quanto soggetti che vivevano abitualmente con i proventi di attività delittuose. Gli stessi, era emerso, avevano posto in essere diverse condotte di corruzione, truffa in danno dello Stato mediante falsificazione di documenti e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché evasione fiscale mediante l’utilizzo reiterato di queste fatture emesse da società collegate ad associazioni per delinquere.

La Suprema corte ha confermato la motivazione dell’impugnato provvedimento sulle misure di prevenzione, ritenendo che nella stessa fossero stati individuati, con chiarezza ed efficacia, i presupposti applicativi della confisca, in perfetta aderenza con i parametri di legge anche per quel che concerne l’affermata pericolosità sociale dei due.

Respinta, tra le altre doglianze avanzate dai ricorrenti, la censura che lamentava un’omessa considerazione dell’accertamento compiuto nei procedimenti tributari.

Pronunce tributarie e amministrative soggette al libero apprezzamento

Per gli Ermellini, infatti, la Corte d’appello non aveva affatto ignorato la deduzione difensiva in esame, bensì l’aveva disattesa sul rilievo che la pronuncia delle Commissioni tributarie non ha forza decisoria in grado di condizionare il giudizio sulle misure di prevenzione.

Da qui l’enunciazione del principio di diritto sopra richiamato.

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