Decreto fiscale. Stretta sulle compensazioni. Commercialisti e Rete Imprese in allarme

Pubblicato il 11 ottobre 2019

Le prime bozze del decreto fiscale, collegato alla manovra di Bilancio, scaldano le categorie. Commercialisti e Rete Imprese sono in allarme.

Si prospetta la stretta sulle compensazioni orizzontali dei crediti di imposta delle imposte dirette e addizionali, nonché dell’Irap: potranno essere effettuate soltanto dopo la presentazione delle relative dichiarazioni per gli importi superiori a 5mila euro.

Dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, il monito: “L’ipotesi di differimento della compensabilità dei crediti Irpef, Ires e Irap fino a dopo la presentazione delle relative dichiarazioni per la parte eccedente i 5.000 euro, come già avviene per i crediti Iva, rischia di trasformarsi in un prestito forzoso a carico del settore privato dell’economia”.

La ricetta di Miani per evitare il rischio: dovrà essere assolutamente garantita “la possibilità di presentazione delle dichiarazioni almeno dalla fine del mese di febbraio, come avviene per l’Iva, altrimenti le compensazioni resteranno bloccate fino all’autunno, con effetti evidentemente inaccettabili e dannosi sia per i professionisti che per le imprese”.

Il Cndcec non vede di buon occhio neanche la proposta delle nuove modalità di rimborso in precompilata; mentre, è accolto favorevolmente l’accorpamento TASI- IMU, una semplificazione che il Consiglio Nazionale auspica da tempo, e sarebbe bene, secondo Miani, accorpare anche IRAP e IRES, trasformando le due imposte “in una addizionale regionale a parità di gettito”.

In merito alla stretta sulle compensazioni delle precompilate, il presidente Cndcec spiega: “Comprendiamo le ragioni di tutela erariale che portano all’idea di verificare l’esistenza di debiti tributari del contribuente e, in caso di loro esistenza, di sottrazione di questi dal credito Irpef che il datore di lavoro potrà effettivamente rimborsare al contribuente. La questione delicata sta però nell’identificazione dei debiti che potranno essere sottratti: ci auguriamo non certo quelli in contestazione o quelli prescritti ma non ancora sgravati. Dovranno essere quindi crediti erariali per così dire certi, liquidi ed esigibili”.

Decreto fiscale. Stretta sulle compensazioni. Imprese: inaccettabile!

La stretta sulle compensazioni non piace assolutamente alle imprese. Rete Imprese la definisce inaccettabile: è “un ulteriore duro colpo alle finanze dalle tante imprese corrette con il fisco”.

Secondo Rete imprese Italia come ricaduta si dovranno aspettare “almeno 6 mesi” per l’utilizzo dei crediti, che vuol dire: “impossibile utilizzare i crediti relativi ad imposte sui redditi per effettuare il versamento del saldo Iva dovuto in base alla dichiarazione Iva relativa al medesimo anno d’imposta”.

In una nota congiunta, con artigiani, commercianti ed esercenti, inviata ai quotidiani si rimarca che, invece di usare le moderne tecnologie per “colpire in modo selettivo i disonesti”, lo Stato si prepara a “colpire indiscriminatamente le imprese e penalizzare i contribuenti corretti: è un film già visto che produrrà nuovi tentativi di aggiramento delle norme”.

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