Dequalificazione senza automatismi

Pubblicato il 10 aprile 2006

In tema di demansionamento e dequalificazione, di Cassazione – Sezioni unite, sentenza n. 6572 del 24 marzo 2006 – sceglie il rigore: il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, che ne deriva non può prescindere dalla natura e dalle caratteristiche del pregiudizio stesso. Fermo restando che il datore di lavoro terrebbe un comportamento ritenuto illecito già sul piano contrattuale, violando gli articolo 2103 e 2087 del Codice civile e versando in situazione di inadempimento contrattuale ex articolo 121 del Codice civile, afferma, infatti, che dall’inadempimento datoriale non può derivare automaticamente l’esistenza di un danno risarcibile, poiché l’inadempimento sarebbe già sanzionato con l’obbligo di corrispondere la retribuzione, pertanto è necessario che si produca una lesione aggiuntiva e per certi versi autonoma.         

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Ai riders etero-organizzati spettano tutele da subordinati

04/11/2025

Commercialisti: sì alla legge di bilancio 2026, ma serve correggere le criticità

04/11/2025

Deducibilità dei compensi corrisposti dal professionista in ambito familiare

04/11/2025

Scioglimento della Srl con determina dell'amministratore unico

04/11/2025

Polizze catastrofali imprese: da Confindustria piattaforma digitale per preventivi e sottoscrizioni

04/11/2025

Formazione, Cassazionisti e Premio Ubertini: bandi di Cassa Forense al via

04/11/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy