Molte sono le norme che interessano - nel testo del disegno di legge di conversione del Dl 262 del 2006, all’esame del Senato - il settore dell’editoria e delle comunicazioni. Nel provvedimento, l’Esecutivo viene delegato al riordino e alla semplificazione della disciplina sui contributi all’editoria, con gli obiettivi del contenimento della spesa pubblica, dello snellimento delle procedure di erogazione e controllo, della crescita dell’efficienza, dell’occupazione e dell’innovazione delle imprese. L’obbligo delle testate che ricevono i contributi di cui alla legge 250/1990 è la dichiarazione su ciascun numero del giornale di ricevere le provvidenze.
Il testo approvato alla Camera ha dimenticato gli articoli 26, 27 e 32 del Dl 262/06. Pertanto, è stato abbandonato il tentativo di introdurre un sistema di erogazione delle provvidenze per l’Editoria che consentisse a regime di limitare l’ammontare dei contributi alla disponibilità di bilancio. Peraltro, gli editori perdono la possibilità di ottenere un compenso per la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, che non sono coperti dalla legge 633/1941 sul diritto d’autore nazionale (articolo 65).
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".