Forum commercialisti Tavolo Ordini locali tra specializzazione, equo compenso e riconoscimento del ruolo

Pubblicato il 08 novembre 2017

“La politica fiscale degli ultimi anni è retta da un unico criterio: le esigenze di gettito”, questa l'apertura del presidente Miani seduto al tavolo “Il futuro della professione: i presidenti dei principali ordini locali a confronto con Massimo Miani, presidente Cndcec”.

Venti ordini locali sono stati rappresentati dai rispettivi presidenti, che hanno sollevato richieste, osservazioni e perplessità.

Un argomento, del tutto nuovo, che ha incassato feedback contrapposti è quello delle specializzazioni: gli ordini locali minori hanno espresso preoccupazioni sulla definizione delle aree di specializzazione. Si potrebbe correre il rischio di causare una segmentazione del mercato troppo marcata che non porterebbe vantaggi in termini di aumento della clientela ma, al contrario, causare una riduzione dei volumi della stessa.

Invece, incrementare le competenze specifiche per il singolo professionista sicuramente può essere un volano per l'attività degli studi, aggredendo zone di mercato dove la concorrenza appare meno stringente. Il presidente Miani, in merito, ha ricordato che la specializzazione non sarebbe un obbligo ma un'opportunità aggiuntiva offerta al titolare dello studio.

E' necessaria la riorganizzazione interna agli studi

Aggregazione tra professionisti con competenze diverse, sul punto spinge il Consiglio nazionale, poiché la dimensione degli studi è uno dei principali problemi della categoria.

E da alcuni presidenti degli Ordini locali la stessa conclusione: “smetterla di lamentarsi...organizzare meglio la propria attività, senza pensare ad esclusive o equi compensi che difficilmente ci verranno riconosciuti, perché il mondo sta andando in un’altra direzione”, è il commento di Mario Civetta, Presidente dell’Ordine di Roma. E un studio più strutturato, spiega, sarebbe più pronto ad affrontare il susseguirsi così frenetico degli adempimenti imposti dal Fisco che ha, comunque, “fatto passi in avanti grazie alla digitalizzazione”.

Gli altri temi

L’equo compenso non è messo da parte, il Consiglio nazionale continuerà a richiedere, avvisa Miani, che “possa essere introdotto per tutte le professioni, anche quelle non ordinistiche” per evitare una nuova forma di “concorrenza sleale”.

Anche il riconoscimento del ruolo è al centro dell'attenzione, al tavolo svolto a margine del Forum: non si chiedono esclusive, mai avute, ma delle “riserve assieme a qualche altro soggetto”, ad esempio le altre professioni dell’area economico-giuridica come avvocati e notai, con cui a breve i commercialisti attueranno una nuova forma di collaborazione.

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