Giustizia amministrativa, tempi migliori

Pubblicato il 17 febbraio 2016

In data 16 febbraio 2016 il neopresidente del Consiglio di Stato Alessandro PaJno, insediatosi in presenza delle più alte cariche dello Stato, ha dato lettura della relazione sull'attività della giustizia amministrativa per l’anno 2016, ove sono emersi dati piuttosto confortanti, se solo si pensi che i tempi sono di gran lunga i migliori rispetto alle altre giurisdizioni ed in ogni caso, dentro gli standard europei.

Tanto per citare qualche dato, occorre meno di un anno per i giudizi dinnanzi al Consiglio di Stato (per quelli depositati nel 2010 e con dati aggiornati a metà 2015), poco più di 30 giorni per i cautelari dinnanzi al medesimo Consiglio, 45 giorni al Tar e 30 giorni per i giudizi sui contratti pubblici. Ed ancora, quanto agli esiti numerici, si segnalano ben 24 mila ricorsi in meno dal 2014 al 2015.

Crisi di legislazione ed amministrazione

Tuttavia il Presidente Pajno non manca di sottolineare come il nostro paese stia vivendo una “duplice crisi del sistema pubblico, della legislazione e dell’amministrazione”.

Sotto il primo profilo, poiché si assiste – ha dichiarato – ad una vera e propria “turbolenza e fibrillazione normativa”, da cui deriva una scarsa chiarezza, contraddittorietà, eccessiva generalità delle regole, con conseguenti incertezze nella loro applicazione.

Sotto il secondo profilo sottolinea una certa “mancanza di efficienza e di funzionalità”, nonché di autorevolezza, da parte della p.a., con conseguente incapacità di assumersi responsabilità.

Pertanto Pajno ha evidenziato l’importanza del rilancio delle funzioni giurisdizionali, consultive e dell'organizzazione della giustizia amministrativa, anche attraverso la partecipazione attiva del Consiglio di Stato alle riforme in corso.

 

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