Guardia di Finanza, pronta la nuova strategia antievasione

Pubblicato il 22 novembre 2014 Con la circolare del 19 novembre 2014 della Guardia di Finanza, relativa all’attività di verifica del 2015, vengono riviste le regole per i controlli sulle Pmi e i lavoratori autonomi, già disciplinate nella circolare n. 1/08 ("Istruzioni sull'attività di verifica").

Il documento del Comando generale, diffuso al proprio interno, prevede una fase di riorganizzazione dell’attività di contrasto all’evasione, all’elusione e alle altre frodi fiscali. In particolare, l’obiettivo della GdF è quello di soffermarsi sui fenomeni di evasione messi in atto da imprese e lavoratori autonomi di piccole e medie dimensioni che operano direttamente con i consumatori finali.

I controlli sulle Pmi

A tal riguardo, la GdF suggerisce che vengano applicate le metodologie per le Pmi e i professionisti elaborate dall’Agenzia delle Entrate per ricostruire il loro volume d’affari.

Si tratta infatti di soggetti che evadono usando dei sistemi elementari come, per esempio, l’omessa certificazione di corrispettivi, ricavi o compensi, oppure semplicemente non presentando la dichiarazione dei redditi.

In questi casi, essendo difficile trovare le prove dell’evasione perpetrata, può essere utile ricorrere alla ricostruzione induttiva.

Nella circolare si sottolinea poi il fatto che l’ampio uso del contante, sia per gli acquisti che per gli incassi eseguiti dalle Pmi, faccia sì che le indagini finanziarie risultino poco proficue. Il consiglio dato, in questi casi, è che in presenza di gravi indizi si  proceda subito con la richiesta al procuratore della Repubblica dell'autorizzazione all'accesso nei locali.

È stato sottolineato come in passato i risultati più significativi dei controlli nei confronti dei contribuenti minori siano derivati proprio dagli elementi acquisiti nelle indagini di polizia giudiziaria o dalle segnalazioni di operazioni sospette. Di qui, viene ribadita l’importanza dell’ulteriore approfondimento delle attività investigative e di analisi basate sul confronto tra flussi finanziari e le situazioni reddituali dei contribuenti.

Per le realtà più complesse, anche fortemente localizzate all’estero, invece, non si potranno applicare i metodi ricostruttivi indiretti, ma - specifica la circolare - in casi del genere si dovranno considerare anche le rilevazioni contabili riscontrate in contraddittorio con il contribuente.
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