Il bonus alle società frenato dai vincoli

Pubblicato il 07 aprile 2007

Aggiustamenti tecnici sono necessari affinché il premio per le aggregazioni aziendali, introdotto dalla Finanziaria 2007 e illustrato dalla circolare 16 del 21 marzo 2007 dell'agenzia delle Entrate, possa produrre effetti significativi. È questa la conclusione delle varie riflessioni in merito: per ottenere risultati concreti bisognerebbe rendere più facile la fruizione del bonus togliendo parte dei vincoli e lasciando solo quelli con una portata veramente antielusiva. Ad esempio sembra eccessivo il vincolo che prevede per le società l'operatività da almeno due anni visto che si passa tramite un interpello e che, quindi, è verificabile da parte del Fisco l'esistenza di un'azienda e la necessità di un'aggregazione aziendale anche in ipotesi di esistenza da meno di due anni. Anche la disposizione che prevede la decadenza integrale del beneficio in caso di cessione entro quattro periodi d'imposta dei beni che sono stati rivalutati risulta eccessiva, in quanto le ultime disposizioni di incentivo agli investimenti hanno sempre contemplato un ricalcolo parziale in caso di cessione di un singolo bene. Per la limitazione, poi, per le società che fanno parte dello stesso gruppo legate tra loro da rapporti di partecipazione occorrerebbe definire una soglia minima di rilevanza. Infine, è difficile condividere la previsione che il bonus non spetti quando le società sono controllate dallo stesso soggetto, ovvero dallo stesso nucleo familiare, che viene estesa anche nel caso di società che appartengono a due fratelli.


Ancora più pesante risulta la restrizione per cui le società agevolate per quattro periodi non possono effettuare altre operazioni straordinarie, con la quale si voleva prevenire l'operazione di scissione che avrebbe diviso ciò che si era appena unito, ottenendo la rivalutazione dei beni, ma che rischia di colpire tutte le operazioni, intrappolando il dinamismo societario ormai indispensabile per poter operare sui mercati.

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