Il CNF per l’Avvocato nella Costituzione

Pubblicato il 29 settembre 2018

Il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, ha dichiarato di avere fiducia a che possa essere creato, in Parlamento, un largo consenso su un intervento sulla Costituzione volto a riconoscere e fortificare l’autonomia e l’indipendenza della giurisdizione e, in particolare, dell’avvocato.

Lo ha fatto rispondendo ad una delle domande di un’intervista pubblicata sul quotidiano “Il Sole 24 Ore”, dove ha spiegato il senso del tema scelto per l’ormai prossimo XXXIV Congresso Nazionale Forense (Catania 4-6 ottobre 2018 su “Il Ruolo dell’avvocato per la democrazia e nella Costituzione”). Congresso, questo, dedicato proprio alla proposta di rafforzare, nella Carta costituzionale, il riconoscimento del “ruolo e della funzione dell’avvocato”.

Secondo il vertice del Consiglio Nazionale Forense, sarebbe necessaria, anche per l’Avvocatura, una “non condizionabilità da fattori esterni, sociali, politici, economici”, per come sottolineata per la magistratura. Soprattutto se si vuole "pensare a un avvocato come figura equilibratrice dei conflitti. In una stagione poi dove sono diffuse le contestazioni al diritto di difesa per tutti oppure si pensa alla giurisdizione solo in termini di fattore di crescita dell’economia".

Sull’introduzione dell’avvocato in Costituzione, si rammenta, era di recente intervenuto anche il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, nel corso del suo discorso al Congresso dell’Aiga, quando aveva rassicurato Mascherin che, sebbene si fosse trattato di un intervento non contemplato nel contratto di Governo, lo stesso avrebbe ricevuto il suo massimo impegno, al fine di provare a giungere ad una risposta positiva al Congresso di Catania.

Si segnala che in favore della proposta del CNF si sono espresse anche le associazioni di magistrati e avvocati europei "Aed" e "Medel", con una dichiarazione congiunta resa a maggio 2018.

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