Il Fisco prova la simulazione dei contratti e li sottopone alla giusta tassazione

Pubblicato il 15 novembre 2010 Incombe sull’Amministrazione finanziaria l’onere di provare l’intento simulatorio di un contratto di affitto che, di fatto, invece, nasconderebbe un contratto di cessione.

Questo è il principio sancito dalla Ctp di Prato con la sentenza n. 53/03/2010, con cui i giudici provinciali hanno respinto l’avviso di accertamento notificato alla società affittuaria. Richiamando alcune specifiche sentenze della Corte di Cassazione (nn. 21170/08 e 12209/08) i giudici hanno sostenuto che non è precluso al Fisco procedere alla riqualificazione dei contratti sottoscritti dal contribuente per farne valere la simulazione e assoggettarli ad un trattamento fiscale meno favorevole di quello applicato, purchè però l’Amministrazione fiscale si faccia carico della prova di tutto ciò.

In altro modo, si ribadisce l’obbligo dell’Amministrazione di evidenziare espressamente gli elementi in base ai quali il giudice di merito possa ritenere che le parti volevano, in realtà, concludere un contratto diverso rispetto a quello effettivamente posto in essere.
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