Il trust non sfugge al fallimento

Pubblicato il 23 giugno 2009
Il Tribunale di Milano, con un'importante ordinanza del 16 giugno scorso, si è espresso in materia di trust e fallimento per spiegare che l'istituto di origine anglosassone, ormai pienamente ammesso dal nostro legislatore nella sua forma “interna”, non può sostituirsi alla liquidazione fallimentare se va a ricomprendere l'intero patrimonio aziendale della società poi fallita. Il trust, cioè, si pone in contrasto col nostro ordinamento se si propone di segregare tutti i beni del disponente a danno dei suoi creditori, sottraendoli alla disponibilità del curatore. Due sono i casi di conflitto tra trust e sopravvenuto fallimento: quando il trust viene costituito dalla società non ancora insolvente, l'intervenuto fallimento rappresenta una causa sopravvenuta di scioglimento dell'atto istitutivo del trust stesso. Quando il trust, invece, è costituito dall'impresa già insolvente, l'atto istitutivo deve essere considerato nullo sin dall'origine i quanto indirizzato ad eludere le norme imperative sulla liquidazione concorsuale.

L'Emmaus Foundation Trust è il primo trust costituito a scopo benefico con soldi italiani e servirà a costruire una clinica e una scuola superiore a Kampala. Il promotore è padre Jhon, un missionario comasco in Uganda da 45 anni a cui si sono rivolti alcuni benefattori italiani che hanno donato ben 200mila euro. Il trust costituisce, nell'ambito del no profit, uno strumento alternativo che garantisce trasparenza e continuità.
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