In Cassazione, inaugurato il nuovo anno giudiziario

Pubblicato il 29 gennaio 2011 Venerdì 28 gennaio, presso l'Aula magna della Corte di Cassazione, si è svolta la cerimonia inaugurale del nuovo anno giudiziario.

Sono intervenuti il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e le massime autorità istituzionali, tra cui il primo presidente della Corte di Cassazione, Ernesto Lupo, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Vitaliano Esposito, l'avvocato generale dello Stato, Ignazio Francesco Caramazza.

Nel corso della tradizionale lettura della relazione del Presidente Lupo, è stato evidenziato il grave problema dei ritardi della giustizia italiana. Come già sottolineato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, i tempi eccessivi nell'amministrazione della giustizia italiana costituiscono “un grave pericolo per il rispetto dello Stato di diritto”, conducendo, così, alla negazione dei diritti consacrati dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Sul tema della crisi di complessiva efficienza – sottolinea Lupo - nessuno può chiamarsi fuori, limitandosi ad additare le colpe altrui. Necessaria, quindi, l'adozione di “una strategia a medio e lungo termine” per risolvere “il problema strutturale” della durata dei processi “che esige un forte impegno politico”.

Per quanto riguarda la giustizia civile, il primo presidente della Cassazione esprime il proprio consenso nei confronti dell'iniziativa governativa sulla mediazione auspicando, in proposito, il superamento, prima dell’entrata in vigore del provvedimento, delle difficoltà applicative segnalate dal Consiglio nazionale forense.

Sul fronte penale, Lupo ritiene necessario un restringimento dell’area degli illeciti penali, mediante il proseguimento della politica di depenalizzazione.

Successivamente ha preso la parola il ministro Alfano, il quale, dopo aver manifestato particolare apprezzamento nei confronti delle parole del presidente Lupo, ha evidenziato la necessità di un percorso di riforma per garantire al Paese “adeguati livelli di civiltà e di competitività”. Detto percorso – sottolinea il Guardasigilli – viene però ad essere ostacolato dalla incapacità delle varie componenti della giustizia “di fare squadra” e di superare “le resistenze corporative''.
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