In “Gazzetta” gli incentivi fiscali per gli investitori in FVC

Pubblicato il 01 marzo 2013 È stato pubblicato, sulla “Gazzetta Ufficiale” n. 50 del 28 febbraio 2013, il decreto Mef del 21 dicembre 2012 in materia di “Incentivi fiscali a favore degli investitori che investono in Fondi per il Venture Capital (FVC)”.

In attuazione dell'articolo 31 del Dl 98/2011 - L 111/2011 - definisce modalità di fruizione, rendicontazione annuale dell’agevolazione e sanzioni in caso di mancato rispetto dei requisiti normativi.

Si ricorda che la detassazione dei redditi di capitale derivanti dalla partecipazione ai Fvc ha il fine di favorire l’afflusso di capitale di rischio per l'avvio di imprese italiane che presentano profili di eccellenza tecnologica ed innovativa.

Gli interessati, enti finanziari specializzati nel sostenere le fasi iniziali di un'azienda (strart up), sono sottoscrittori dei fondi comuni che investiranno almeno il 75% del proprio attivo in pmi ad alto potenziale di crescita non quotate aventi sede operativa in Italia.

Le quote dei FVC possono essere sottoscritte esclusivamente dagli investitori che sono considerati investitori professionali o che possono, su richiesta ed a particolari condizioni, essere trattati come investitori professionali.

Otre al minimo di investimento del 75%, sono richiesti i seguenti requisiti delle pmi:

- devono avere sede operativa in Italia;

- devono essere soggette a imposizione fiscale;

- devono essere operative da non più di 36 mesi;

- l'ultimo bilancio approvato prima dell'investimento, deve risultare un fatturato non superiore a 50 milioni di euro;

- le relative azioni o quote devono essere detenute, in via prevalente in misura pari ad almeno il 51%, da persone fisiche;

- le azioni o quote di investimento, in ciascuna pmi, devono essere inferiori a 2,5 milioni di euro sui 12 mesi (il limite deve in ogni caso risultare inferiore al livello massimo di tranche di investimento dettato dalla disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato destinati a promuovere investimenti in capitale di rischio nelle Pmi).

In caso di accertamento fiscale, le società di gestione del risparmio e i soggetti residenti incaricati del pagamento dei proventi devono esibire appositi prospetti contabili, anche su supporti informatici, per consentire di verificare il rispetto dei requisiti.
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