Rivalutate dal Ministero del lavoro, con decreto n. 56 del 24 aprile 2025, le prestazioni economiche per infortuni sul lavoro e malattie professionali per i settori industria, navigazione e per gli infortuni domestici.
La rivalutazione delle prestazioni economiche, che include rendite, indennità e assegni per i beneficiari, si basa sull'andamento delle retribuzioni medie e ha lo scopo di mantenere il valore di tali prestazioni in linea con l'inflazione e le modifiche economiche intervenute, incidendo direttamente sul calcolo delle rendite erogate a chi ha subito danni sul luogo di lavoro o a seguito di malattie professionali.
L'obiettivo principale della rivalutazione annuale delle prestazioni economiche è dunque quello di garantire che i benefici erogati a favore dei lavoratori infortunati o malati siano sempre adeguati rispetto al costo della vita.
La rivalutazione annuale delle prestazioni è di particolare rilevanza per i settori industriali, della navigazione e per gli infortuni domestici, dove le condizioni di lavoro e gli infortuni possono variare notevolmente.
Ad esempio, nel settore marittimo, le condizioni di lavoro e il rischio di infortuni sono differenti rispetto al settore industriale, e per questo motivo la rivalutazione deve tenere conto delle peculiarità di ciascun settore.; in questo modo, si assicura che tutti i beneficiari ricevano prestazioni che rispondano alle reali esigenze economiche derivanti dalla perdita della capacità lavorativa.
La retribuzione media giornaliera è stabilita in 97,27 euro a partire dal 1° gennaio 2025.
La retribuzione media giornaliera è utilizzata per determinare sia la retribuzione annua minima che quella massima, che a loro volta influenzano l'importo delle prestazioni economiche.
Il decreto stabilisce nuovi limiti di retribuzione annua per il calcolo delle rendite, con un limite minimo pari a 20.426,70 euro e un limite massimo pari a 37.935,30 euro.
Questi valori, fissati anch’essi a partire dal 1° gennaio 2025, sono utilizzati per determinare l'importo delle rendite erogate a coloro che hanno subito un infortunio o una malattia professionale.
Il limite minimo di retribuzione annua è particolarmente rilevante per i lavoratori che guadagnano meno, poiché stabilisce il valore base su cui vengono calcolate le prestazioni economiche; al contrario, il limite massimo è essenziale per chi guadagna più di questa cifra, in quanto rappresenta il massimo importo su cui si calcola la rendita.
Con il decreto n. 56/2025 sono stati definiti massimali di retribuzione annua differenti a seconda del ruolo svolto nel settore marittimo.
Queste differenziazioni si rendono necessarie per riflettere le diverse condizioni di lavoro e i rischi connessi a ciascun ruolo all'interno del settore marittimo.
Differenze tra settore industriale e marittimo
Una delle principali differenze tra il settore industriale e il settore marittimo riguarda le modalità di calcolo delle prestazioni economiche in caso di infortunio o malattia professionale.
Infatti, sebbene entrambi i settori siano sottoposti alla stessa normativa generale, la natura del lavoro nei due ambiti è molto diversa, e quindi anche la rivalutazione delle prestazioni risponde a queste differenze.
Nel settore industriale, le prestazioni economiche vengono calcolate in base alla retribuzione media giornaliera, che per il 2025 è fissata, come detto, a 97,27 euro.
Al contrario, nel settore marittimo, i massimali di retribuzione annua sono differenti per ciascun ruolo, come già descritto.
Come stabilito dal decreto, la retribuzione annua convenzionale per il calcolo delle rendite per inabilità permanente e morte causate da infortuni domestici è fissata in 20.426,70 euro, cifra che rappresenta il valore di riferimento utilizzato per determinare le prestazioni economiche dovute ai lavoratori che subiscono infortuni nell'ambito domestico.
L'importo di 20.426,70 euro non è solo un parametro per il calcolo delle rendite, ma anche una protezione economica che tiene conto delle peculiarità del settore domestico.
A differenza di altri settori, come quello industriale o della navigazione, gli infortuni domestici non sono infatti direttamente legati a un’attività lavorativa tradizionale.
Tuttavia, la legge riconosce l’importanza di tutelare i lavoratori che, anche nelle attività domestiche, possono subire danni permanenti o gravi infortuni.
Pertanto, la determinazione di una retribuzione convenzionale è fondamentale per garantire che queste persone ricevano una compensazione adeguata in caso di danni.
Differenze con gli altri settori
La principale differenza tra il settore degli infortuni domestici e gli altri settori, come l'industria e la navigazione, risiede nel modo in cui vengono calcolate le prestazioni economiche.
Mentre per l'industria e la navigazione le retribuzioni di riferimento vengono stabilite in base alla retribuzione media giornaliera dei lavoratori, il settore degli infortuni domestici si basa su una retribuzione annua convenzionale, fissata dal decreto in 20.426,70 euro.
Nel settore industriale, infatti, la retribuzione media giornaliera viene aggiornata ogni anno, e i limiti di retribuzione annuale minimo e massimo per il calcolo delle rendite sono fissati in modo da rispecchiare i guadagni medi dei lavoratori in quel determinato settore.
Allo stesso modo, nel settore della navigazione, esistono massimali di retribuzione distinti per i vari ruoli professionali, con cifre più alte per i comandanti e capi macchinisti rispetto agli altri ufficiali di coperta.
Tuttavia, nel settore degli infortuni domestici non esistono tali differenziazioni basate sul tipo di attività svolta, ma si fa riferimento a una cifra fissa e uguale per tutti i lavoratori domestici.
La retribuzione convenzionale di 20.426,70 euro viene utilizzata perciò per calcolare le rendite in caso di inabilità permanente o morte causate da infortuni domestici.
La riliquidazione delle rendite si basa su un sistema di coefficienti di rivalutazione che hanno lo scopo di adeguare gli importi delle prestazioni economiche in base all'andamento delle retribuzioni e dell'inflazione; per il periodo precedente al 1° gennaio 2025, il coefficiente di rivalutazione applicato è pari a 1,0084.
Questo coefficiente implica che tutte le rendite stabilite prima di questa data vengono riliquidate con un aumento dello 0,84%.
L'incremento tiene conto della variazione dei salari medi, e serve a mantenere il valore delle prestazioni in linea con l'aumento del costo della vita.
La rivalutazione delle rendite è quindi una misura fondamentale per evitare che i beneficiari vedano diminuire il valore reale delle prestazioni economiche nel tempo.
Per gli infortuni domestici, così come per gli altri settori, l’applicazione del coefficiente di rivalutazione è una procedura automatica che assicura che gli importi delle rendite siano sempre aggiornati rispetto alla realtà economica; quindi, anche se un lavoratore ha subito un infortunio domestico anni prima, la propria rendita sarà adeguata per tenere conto dell’aumento dei costi, come l’inflazione o le modifiche dei salari medi.
La riliquidazione delle rendite avviene in seguito alla rivalutazione periodica delle prestazioni economiche, e viene fissata dal decreto con decorrenza dal 1° gennaio 2025.
Ciò significa che tutte le rendite liquidate prima di tale data saranno riliquidate automaticamente con l'applicazione del coefficiente di rivalutazione dell'1,0084; questo processo riguarda sia le rendite mensili che le prestazioni una tantum, come quelle per inabilità permanente o morte.
Il processo di riliquidazione delle rendite è centralizzato e gestito dall'Inaiul, che si occupa di applicare il coefficiente di rivalutazione in modo uniforme a tutti i beneficiari, assicurando che nessuno venga penalizzato da un valore inferiore rispetto a quello previsto dal decreto.
Nel caso degli infortuni domestici, la rendita viene calcolata sulla base della retribuzione annua convenzionale di 20.426,70 euro, e la riliquidazione avviene automaticamente, adattandosi all'aumento del coefficiente di rivalutazione.
Il risultato è che, per chi ha già ricevuto una rendita per infortunio domestico, l'importo della prestazione verrà aumentato in misura pari all'incremento del coefficiente, cioè dello 0,84%.
NOTA BENE: la riliquidazione delle rendite non comporta la necessità di presentare una nuova domanda, ma avviene attraverso un aggiornamento automatico che l'Inail effettua sulla base delle informazioni in suo possesso. Gli assegni continuativi mensili, così come le prestazioni una tantum, vengono riliquidati a partire dal gennaio 2025, garantendo che i beneficiari possano ricevere importi adeguati alle modifiche economiche in corso.
Dal 1° gennaio 2025 la prestazione una tantum per inabilità permanente subisce un significativo aumento, passando da 337,41 euro a 395,00 euro.
L'incremento dell'importo per l'inabilità permanente riflette una volontà di adeguamento rispetto all'inflazione e alle variazioni dei costi della vita che garantisca che le prestazioni non vengano erose dal potere d'acquisto.
Questo tipo di assegno, erogato a chi per un infortunio o malattia professionale necessita di assistenza per svolgere le normali attività quotidiane, a partire dal 1° gennaio 2025 è fissato a 672,72 euro.
L'assegno mensile per l'assistenza personale continuativa è destinato a quei lavoratori che, pur non essendo completamente invalidi, necessitano di supporto costante per le attività quotidiane a causa delle lesioni riportate.
Il nuovo importo, pari a 672,72 euro vuole essere una risposta alle difficoltà economiche che spesso affrontano coloro che sono costretti a vivere con gravi limitazioni fisiche.
Impatto sull'inabilità permanente e sul calcolo degli assegni
L'assegno mensile per l'assistenza personale continuativa, così come la prestazione una tantum per inabilità permanente, dipendono dal grado di invalidità riconosciuto e dal conseguente impatto economico.
Per esempio, un lavoratore con un'inabilità permanente dal 6% al 15% riceverà una prestazione una tantum di 395,00 euro, mentre un altro con un'inabilità maggiore avrà diritto a importi più elevati.
L'inabilità permanente influisce direttamente sugli importi degli assegni, poiché maggiore è l'inabilità, maggiore sarà l'importo delle prestazioni economiche.
Di conseguenza, la rivalutazione delle prestazioni, sia sotto forma di prestazioni una tantum che di assegni mensili, garantisce che i beneficiari ricevano importi proporzionali al grado di invalidità e alle esigenze di assistenza personale.
In caso di morte derivante da infortunio sul lavoro o malattia professionale, i familiari del lavoratore deceduto hanno diritto a un assegno una tantum pari, sempre dal 1° gennaio 2025, a 12.342,84 euro.
L'assegno funerario è destinato a coprire le spese relative al decesso del lavoratore e rappresenta un supporto economico fondamentale per i familiari che si trovano a dover affrontare la perdita di un congiunto a causa di un infortunio o malattia professionale.
Gli importi degli assegni continuativi mensili, destinati a chi ha subito danni permanenti a causa di un infortunio sul lavoro o malattia professionale, sono stati aggiornati attraverso un coefficiente di rivalutazione dell'1,0084, applicato per adeguare gli importi all'inflazione e all'andamento delle retribuzioni medie.
A seguito della riliquidazione, gli importi per gli assegni continuativi mensili sono stati modificati in base al grado di inabilità permanente. Di seguito sono riportati gli importi riliquidati per le varie percentuali di inabilità.
Percentuale di Inabilità |
Importo riliquidato |
---|---|
50% - 59% |
€ 377,46 |
60% - 79% |
€ 529,59 |
80% - 89% |
€ 983,27 |
90% - 100% |
€ 1.514,87 |
100% + a.p.c. |
€ 2.188,44 |
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