Indirizzo mail, tutela rafforzata

Pubblicato il 13 maggio 2008 La Corte di Appello di Bologna (sent. del 28.3.2008) ha condannato un hacker che aveva creato un virus, poi trasmesso in via informatica ad un provider, ed indirettamente ai suoi utilizzatori, che acquisiva dati anche riservati contenuti nei pc, pregiudicandone il funzionamento. Secondo i giudici bolognesi, la disposizione dell’art. 615 ter c.p. deve essere interpretata nel senso che è sufficiente, per la configurazione del rato de quo, l’abusività dell’accesso al sistema informatico, contro lo jus prohibendi del titolare, non essendo necessaria la effettiva conoscenza da parte del soggetto agente dei dati protetti; se così non fosse si vanificherebbe la ratio incriminante della norma.
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