Indossare magliette con emblemi fascisti porta alla condanna penale

Pubblicato il 26 settembre 2013 I giudici di Cassazione, con la sentenza n. 39860 del 25 settembre 2013, hanno confermato la condanna penale che le corti di merito avevano impartito ad un uomo in relazione al reato di cui all'articolo 2, comma 2 della Legge n. 205/1993, per avere fatto uso di simboli delle organizzazioni nazionalistiche indossando, in occasione di un incontro sportivo di hockey, una maglietta con l'immagine di Benito Mussolini e riprodotte scritte proprie dell'ideologia fascista.

Secondo la Suprema corte, il reato di specie era da ritenersi sussistente “per il solo fatto che taluno acceda ai luoghi di svolgimento di manifestazioni agonistiche recando con sé emblemi o simboli di associazioni o gruppi razzisti e simili, nulla rilevando che a tali gruppi o associazioni egli non sia iscritto”.

Nella specie, è stata ritenuta immune da censure la decisione con cui la corte territoriale, nell'affermare la configurabilità della contravvenzione contestata, aveva tenuto conto anche del luogo di consumazione del fatto e dell'occasione in cui era stata posta in essere la condotta.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Costo medio orario del lavoro logistica e trasporto merci: pubblicato il decreto

23/12/2025

Convenzione Inps–Regioni 2025: adempimenti, costi e durata

23/12/2025

IVA e logistica: Assonime sul regime opzionale transitorio

23/12/2025

Conto Termico 3.0, Regole Applicative GSE in vigore dal 25 dicembre 2025

23/12/2025

Acconto IVA 2025: soggetti obbligati, calcolo, scadenza

23/12/2025

Famiglie monogenitoriali e studenti universitari: bandi Cassa Forense in scadenza

23/12/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalitĂ  semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy