Informativa Cndcec-Fnc su PIR ed Equity crowdfunding

Pubblicato il 30 maggio 2018

Disciplina dei PIR, prevista dalla legge di Bilancio 2017 per immettere flussi finanziari nel tessuto produttivo italiano, e funzione del commercialista come revisore, nel Regolamento sull’equity crowdfunding, sono i temi affrontati nella prima Informativa dell’Area “Finanza Aziendale”, pubblicata dal Cndcec e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

L’informativa è divisa in 3 aree: la prima si occupa dei documenti di approfondimento, la seconda riguarda l’attività del Cndcec e la terza è dedicata alle “Novità”.

Documenti: piani individuali di risparmio (PIR) a lungo termine

Nei documenti si analizza lo strumento di recente istituzione ossia i piani individuali di risparmio (PIR) a lungo termine. Nelle intenzioni del Legislatore tali piani di risparmio dovrebbero costituire un’utile alternativa per garantire provviste finanziarie alle PMI, colpite negli ultimi anni da una scarsa capitalizzazione a cui si è aggiunto il “credit crunch”, creando forti problemi non solo a livello di singole realtà ma anche in una prospettiva sistemica e macroeconomica.

Per rendere appetibili tali piani, è stato stabilito un meccanismo di incentivazione dal punto di vista fiscale a favore degli investitori.

Attività del Consiglio

Di importanza è la creazione di un gruppo di lavoro che, insieme alla Consob, si sta occupando del tema dell’equity crowdfunding e della stesura di un relativo documento. Su questa materia, insieme agli Ordini Locali, sono state avviate iniziative per informare i commercialisti sulle opportunità che questo strumento può rappresentare per le imprese.

Sezione delle Novità

Si segnala l’avvio dello strumento di private equity istituito dalla Legge di Bilancio 2018, Italia Ventures II – Fondo Imprese Sud, con risorse pari a 150 milioni. L’importo può aumentare grazie alla sottoscrizione di quote aggiuntive da parte di investitori istituzionali, pubblici e privati.

Le aziende che possono partecipare sono quelle aventi sede operativa nel Mezzogiorno, che presentano un fatturato pari ad almeno 10 milioni e che operano in settori ad alto potenziale di sviluppo (ad esempio: agrifood, moda e lifestyle, turismo, meccatronica, healthcare).

 

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