Italia inadempiente sull’indennizzo per le vittime di reati intenzionali violenti

Pubblicato il 21 giugno 2010 Il Decreto Legislativo n. 204/2007, istituito in attuazione della direttiva 2004/80/Ce sull’indennizzo per le vittime di reato commesso in uno Stato membro diverso da quello del soggetto leso, si è rilevato insufficiente per tutelare effettivamente le vittime, soprattutto se destinatarie di un abuso sessuale.

Proprio tale lacuna ha dato modo al tribunale di Torino, con sentenza n. 3145/2010, di condannare la nostra Presidenza del consiglio a risarcire 90.000 euro ad una donna che aveva subito abusi sessuali da parte di due individui stranieri mai ritrovati.

Secondo il giudice del Tribunale di Torino il sistema delineato con il Decreto Legislativo n. 204/2007 si limita a definire gli aspetti formali della procedura di richiesta, senza prevedere nessun elenco di reati che possono dare luogo all’avvio della pratica di indennizzo; in sostanza non sono contemplati reati violenti intenzionali nuovi rispetto a quelli già disciplinati prima dell’emanazione della direttiva Ue.

In realtà, come dimostra la relazione della Commissione europea al Consiglio, al Parlamento e al Comitato economico e sociale circa l’applicazione della Direttiva 2004/80/Ce riguardante il riconoscimento di un indennizzo a favore delle vittime di reati violenti, seppure gli Stati membri hanno recepito la direttiva si è osservato che la procedura prevista in ogni ordinamento per la presentazione di indennizzo appare complicata e con lunghi tempi di attuazione, presentando problematiche relative alla comunicazione linguistica.
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