La bozza dello Statuto dei lavori al vaglio delle parti sociali

Pubblicato il 12 novembre 2010 11 novembre 2010: il ministro Sacconi invia la bozza del Disegno di legge delega sullo Statuto dei lavori alle parti sociali. E si raccomanda che si arrivi alla definizione di un avviso comune tra le parti che produca un testo da sottoporre poi al Consiglio dei Ministri e al Parlamento: la bozza – si legge – rappresenta una base di discussione che l’accordo tra le parti può liberamente e responsabilmente correggere.

Il documento va nella direzione dello sfoltimento del 50% delle oltre 15mila disposizioni vigenti negli oltre mille provvedimenti legislativi e dell’introduzione di norme a carattere innovativo per favorire “una maggiore propensione ad assumere e un migliore adattamento tra le esigenze del lavoro e quelle dell'impresa”.

Dunque la delega ottempera, oltre che alle norme dell'Ue e alle convenzioni internazionali sul lavoro, a principi e criteri direttivi: razionalizzare e semplificare la normativa vigente, il nuovo testo unico dovrà stabilire “un nuovo regime di sanzioni, in particolare di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita”.

In merito alle tutele il ddl attribuisce al Legislatore l’incarico di identificare due nuclei di diritti: uno applicabile a tutti i rapporti di lavoro dipendente e alle collaborazioni a progetto rese in regime di sostanziale mono committenza, che riguarderà i diritti universali e indisponibili; l’altro, con tutte le restanti tutele, attribuito alla contrattazione collettiva che potrà modularli in funzione di promozione nei settori produttivi, nelle aziende e nei territori, anche in deroga alle norme di legge.

Si prescrive, inoltre, la possibilità di estendere gli ammortizzatori sociali ai lavoratori oggi privi, con introduzione di nuove contribuzioni (senza oneri per lo stato).
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