La Corte dei Conti può indagare il concessionario per la riscossione se c’è sospetto di dolo

Pubblicato il 25 febbraio 2010 Con la sentenza n. 4316/2010, la Corte di Cassazione ha precisato le competenze giurisdizionali delle Procure contabili, chiamate a valutare il danno causato da un comportamento errato degli incaricati della riscossione. In mancanza della “specialità”, la Cassazione ha affermato che, in nessun caso, le norme sul processo amministrativo possono configurare una disciplina speciale rispetto alle regole generali. Pertanto, non esiste alcuna norma che stabilisca che il procedimento amministrativo possa pregiudicare lo svolgimento dell’attività di accertamento della responsabilità amministrativa di un concessionario da parte della Corte di Conti. Così, al fine di garantire “una tutela quanto più tempestiva possibile dell’erario”, i giudici contabili non possono essere fermati “in attesa degli esiti di accertamenti da compiersi in altra sede”. E l’azione di responsabilità nei confronti di un concessionario per la riscossione dei tributi, considerato “infedele”, potrà essere avviata anche se il procedimento amministrativo di verifica della regolarità dei documenti ancora non è terminato.
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