La Ctu evidenzia le criticità degli studi di settore

Pubblicato il 24 maggio 2010 Due sentenze della Ctp di Torino, sentenza 16/06/10 dell’11 febbraio 2010 e sentenza 70/17/10 del19 aprile 2010, arrivano a decisioni opposte sulla base della stessa consulenza tecnica sugli studi di settore. La Ctu chiamata ad esprimersi dalla Ctp di Torino, sulla prima sentenza citata, circa un ricorso di un contribuente ha evidenziato che, nel caso, l’applicazione dello studio non portava alla stima corretta dei ricavi presunti. La Ctu suggeriva l’adozione di modelli matematici diversi, la ricerca di un’altra caratterizzazione di concetti produttivi che influenzano il ricavo lordo delle imprese del settore e la correzione dei livelli di confidenza al 90-95% al posto del livello al 99,99%.

Tuttavia le pronunce hanno portato a conclusioni opposte:

- la sentenza n. 16/06/10 dell’11 febbraio 2010, nel respingere il ricorso, spiega che anche se il procedimento mostra carenze non tutte eliminabili, essendo un sistema perfettibile, il contribuente non ha presentato adeguate giustificazioni del divario tra i redditi;

- la sentenza 70/17/10 del19 aprile 2010, accogliendo la conclusione della Ctu, va a favore del contribuente e spiega che l’accertamento si fonda solo sul risultato dello studio di settore senza apportare alcun ulteriore argomentazione che confermasse “l’elemento presuntivo contabile astratto che, come chiarito dalla... Ctu, non è elemento di certezza e garanzia rispetto al valore contabile indicato”.
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