La duplicazione del compenso deve essere adeguatamente giustificata

Pubblicato il 18 settembre 2009
Le Sezioni unite civili della Cassazione, con la sentenza n. 19400 del 9 settembre 2009, hanno respinto il ricorso presentato da un avvocato contro la decisione con cui il Consiglio nazionale forense aveva irrogato, nei suoi confronti, una sanzione disciplinare per aver chiesto ad un cliente due parcelle per due ricorsi identici, uno dei quali era stato firmato da un codifensore, coniuge dell 'avvocato stesso. In particolare, il legale è stato sanzionato per non aver giustificato la duplicazione del compenso in presenza di un'apparente medesima attività del codifensore. Secondo il Collegio, era stata correttamente stigmatizzata, dal giudice di merito, “la scorrettezza della condotta dell'avvocato sotto il profilo della deontologia professionale in punto di mancata comunicazione al cliente di tutti i necessari elementi in ordine all'attività svolta, onde quegli potesse serenamente escludere una duplicazione di compensi attesa la particolare relazione esistente con il co-difensore, la cui attività legittimamente appariva sostanzialmente uguale”.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Frontalieri. Corte di giustizia UE: stessi diritti dei lavoratori residenti

17/05/2024

Bonus ricerca e sviluppo: online Albo dei certificatori

17/05/2024

Decreto Superbonus, ok alla fiducia in Senato. Tutte le novità

17/05/2024

Bando voucher digitali 4.0 Lombardia 2024

16/05/2024

Trattamento integrativo dei redditi da lavoro dipendente e ulteriore detrazione d'imposta

16/05/2024

Trasformazione da part time a full time: diritti, priorità e sanzioni

16/05/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy