La prova dell’inerenza con criterio logico del giudice

Pubblicato il 04 gennaio 2013 La Cassazione, con l’ordinanza 9/13 depositata il 3 gennaio 2013, chiarisce che è il contribuente a dover dimostrare, ai fini della richiesta della detrazione fiscale delle spese, che le operazioni passive sono state effettuate “in stretta connessione con le finalità imprenditoriali”.

Inoltre, l’inerenza dei costi resta sottoposta alla valutazione del giudice di merito, vaglio che non può essere censurato se non per vizio di motivazione ma che deve seguire un “criterio logico”. L’inerenza, onere del contribuente, non può essere ridotta al mero ragionamento senza ricorrere a prove di fatto.

Nel caso di specie viene data ragione all’agenzia delle Entrate, che ricorreva contro il giudizio della Commissione tributaria regionale della Lombardia mancante “del criterio logico che ha condotto alla formazione del proprio convincimento, alla luce delle osservazioni sollevate dall'Agenzia con l'atto di appello”.
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