La riforma spinge i patti fallimentari

Pubblicato il 04 gennaio 2006

Il dl c.d. "milleproroghe" contiene una disposizione interpretativa secondo la quale la proposta di concordato può essere presentata tanto dall'imprenditore in stato di crisi quanto da quello insolvente. L'equiparazione è ospite dell'articolo 36 del dl 273/05, pubblicato in "Gazzetta Ufficiale" n. 303 del 30 dicembre, già in vigore.

 

La riforma dei fallimenti non ha ancora collocazione in "Gazzetta Ufficiale". Essa letteralmente trasforma il concordato fallimentare, che diviene uno strumento assai utile per la risoluzione della crisi d'impresa, alternativo o consequenziale proprio al concordato preventivo.

 

Farà presto capolino nel nuovo ordinamento delle procedure concorsuali italiano l'esdebitamento del fallito (già salda realtà in Inghilterra): l'imprenditore, all'esito del fallimento, verrà liberato dai debiti residui verso i creditori concorsuali rimasti insoddisfatti.

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

NIS, al via la seconda fase: misure, obblighi e scadenze ACN

02/05/2025

Licenziamento in malattia legittimo se l’attività extra ostacola la guarigione

02/05/2025

Credito estero: no a decadenza per omessa indicazione in dichiarazione

02/05/2025

UCPI: sciopero e manifestazione nazionale contro il Decreto sicurezza

02/05/2025

Maternità e formazione professionale continua, chiarimenti commercialisti

02/05/2025

Superbonus e CILA-S: decadenza dell’agevolazione per mancata compilazione del quadro F

02/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy