Lavoro autonomo, il Governo Renzi prepara una riforma

Pubblicato il 13 ottobre 2015

In occasione della sesta edizione di “Tuttolavoro”, il convegno organizzato per fare il punto sul Jobs act, che si è tenuto il 12 ottobre, il professor Maurizio Del Conte, consigliere giuridico della Presidenza del consiglio, ha anticipato che sta per essere avviata un’operazione “che non ha precedenti nel nostro ordinamento” e che ha come obbiettivo quello di preparare una vera e propria riforma per i lavoratori autonomi e i freelance.

Statuto del lavoro autonomo

Il progetto del Governo è quello di preparare un collegato sul lavoro autonomo che si articolerà in due parti.

La prima parte che si occuperà degli aspetti fiscali e previdenziali verrà inserita nella prossima legge di Stabilità. Da alcune anticipazioni del Governo Renzi è trapelato che nella Manovra per il 2016, che sarà presentata nelle linee fondamentali giovedì 15 ottobre, vi sarà un cambiamento di atteggiamento rispetto alla condizione fiscale, previdenziale e sociale dei professionisti e dei freelance a partita Iva.

La seconda parte, invece, sarà dedicata alla stesura di uno Statuto del lavoro autonomo, che si occuperà di  formulare diritti e regole per il popolo delle partite Iva.

Negli ultimi 20 anni, il lavoro autonomo, eccezione fatta per i grandi professionisti, è sempre stato considerato come una zona grigia prossima all'elusione, per l'assenza di regole. Oggi con il Jobs act le regole sono arrivate, ma è ora necessario dare dignità a questo tipo di lavoro, con un vero Statuto del lavoro autonomo.

Contratti di solidarietà difensiva

Il testo unico in materia di integrazioni salariali (Dlgs n. 148/2015 in vigore dal 24 settembre 2015), che ha riordinato la materia degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, ha dedicato spazio anche al contratto di solidarietà difensivo in campo Cigs, prevedendo per esso un duplice binario scandito proprio dalla data di entrata in vigore del provvedimento.

Per le richieste di Cds avviate prima del 24 settembre, infatti, continuerà a prevalere la vecchia disciplina; mentre per quelle avviate dopo tale data si dovranno seguire le nuove disposizioni, che stabiliscono una duplice penalizzazione sia per le imprese che per i lavoratori coinvolti, rispetto alla previgente disciplina.

Infatti, per le aziende il Cds è ormai annoverato tra le integrazioni salariali straordinarie e, dunque, assoggettato alla nuova contribuzione addizionale che è disciplinata secondo il principio del bonus-malus; per i lavoratori, invece, vi sono altri tipi di penalizzazione perchè se anche l’integrazione salariale viene portata all’80% (dalla precedente misura del 60%) della retribuzione persa a seguito dell’intervento, a questo trattamento si applicheranno comunque i massimali della Cig, rivalutati annualmente, con la conseguenza di una perdita di salario direttamente proporzionale all’importo della retribuzione del lavoratore coinvolto.

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