Le regole delle notifiche fiscali a forza di sentenze

Pubblicato il 01 febbraio 2010 Con la censura dell’articolo 140 del Codice di procedura civile, in materia di notifica nei confronti del destinatario, operata dalla sentenza 3 depositata il 14 gennaio 2010 emessa dalla Corte costituzionale, ha ristabilito il giusto equilibrio tra tempi giudiziari e diritti dei contribuenti.

Infatti, è stato stabilito che è illegittima la norma che prevede che gli effetti della notifica decorrono, nei confronti del notificato, dalla data di spedizione della raccomandata invece che da quella in cui lo stesso notificato ha ricevuto il plico o comunque, decorsi 10 giorni dalla relativa spedizione.

Ma altre questioni risolte (es: è legittima l’inammissibilità dell’appello se l’appellante non deposita copia dell’appello alla segreteria della commissione tributaria che ha emesso la sentenza impugnata – Corte Costituzionale sentenza n. 321/2009) insieme a quelle ancora da risolvere (es: per il ricorso dopo l’affissione all’albo comunale è stabilito un termine diverso se si tratta di avviso di accertamento o di cartella esattoriale) fanno riflettere sulla necessità di riformare il processo tributario per bloccare l’insana prassi che a mettere le cose a posto sia la giurisprudenza a colpi di sentenze anziché il Legislatore, che potrebbe stabilire una volta per tutte regole uniche per le notifiche e direttive per il passaggio da una disciplina all’altra.

Altra importante pronuncia in tema di notifiche si è avuta dalla Ctp di Lecce, 909/5/2009, che ha sottolineato, fornendo interpretazione dell’articolo 26 del Dpr 602/73, che solo i soggetti espressamente citati dal suddetto articolo possono notificare direttamente la cartella esattoriale o gli atti delle procedure esecutive. Dunque, le notifiche effettuate direttamente a mezzo posta dall’agente per la riscossione, non menzionato dalla norma, sono da ritenersi inesistenti.
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