Le spa contro la riforma forense

Pubblicato il 04 maggio 2009
Assonime ha espresso perplessità sul ddl di riforma della disciplina della professione forense, all'esame del Senato. Le osservazioni principali riguardano, in particolare, l'ampliamento degli ambiti di attività riservati agli avvocati in quanto potrebbero esercitare consulenza legale in ogni campo del diritto, provocando una restrizione della concorrenza ed incidendo sui settori in cui si esplicano la libertà di lavoro autonomo e la libertà di impresa di servizi. Per l'associazione, tali previsioni creerebbero un danno alle imprese. Non condivisi neanche gli ostacoli al passaggio dall'impresa alla libera professione e viceversa, la reintroduzione delle tariffe minime per le prestazioni rese dagli avvocati nonché i numerosi vincoli ad esercitare la professione in forma societaria.

A fronte di questi rilievi l'Aiga, a mezzo del suo presidente Giuseppe Sileci, sottolinea come l'estensione della riserva di attività non costituisce una restrizione a favore degli avvocati, bensì una definizione dei confini che metterebbe ordine nel mercato della consulenza. Sileci, in generale, considera le proposte di riforma della professione come una base di partenza verso obiettivi sicuramente migliori anche se poi si dice contrario al ritorno dell'obbligo delle tariffe minime.

L'Asla, l'associazione che raggruppa gli studi legali associati,condivide, infine, le critiche mosse dall'Assonime al ddl di riforma ritenendo che i testi presentati non risolvano il principale problema dell'accesso alla professione.
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