L’errore non blocca l’Iva

Pubblicato il 09 maggio 2008 I giudici della Corte di giustizia Ue si sono espressi ieri nei procedimenti riuniti relativi alle cause C-95/07 e C-96/07, riguardanti il caso Ecotrade, che vede contrapposta l’agenzia delle Entrate ad un contribuente, nei cui confronti era stata contestata la mancata integrazione di alcune fatture per acquisti da non residenti, che la società riteneva fossero non imponibili, trattandosi di servizi relativi a trasporti marittimi (si veda Edicola del 6 maggio 2008). Il principio ribadito dalla giustizia europea è che l’accertamento dell’Iva deve essere contestuale a quello del connesso diritto alla detrazione. Pertanto, la detrazione dell’Imposta sul valore aggiunto è ammessa anche in caso di errata o mancata applicazione contabile del reverse charge per gli acquisti intracomunitari di beni e servizi. La Corte ritiene che la legislazione italiana non è contraria ai principi comunitari nel caso in cui preveda un termine più breve di decadenza (due anni) per esercitare il diritto alla detrazione rispetto al maggior termine (quattro anni) consentito agli uffici per procedere al recupero dell’Iva. Dunque, la legge è giusta, ma è la prassi finora adottata in sede di rettifica e di accertamento dell’Iva, da parte dell’Amministrazione finanziaria, ad essere riconosciuta illegittima, in quanto non distingue tra chi ha commesso un errore e chi intende evadere l’imposta. Cosa che non può avvenire, in questo caso, in quanto se il contribuente avesse correttamente adempiuto il suo debito o credito finale non sarebbe cambiato di un solo euro. Gli accertamenti si occupano solo dell’Iva non calcolata a debito, osservando che l’imposta a credito non è più detraibile, in quanto è scaduto il termine per esercitare questo diritto. La scelta compiuta dal Fisco italiano è, dunque, condannabile dal momento che determina un indebito arricchimento dell’Erario, che con il suo comportamento viola i più elementari principi dell’imposta quali, la neutralità, l’effettività e la proporzionalità. La sentenza di ieri della Corte di giustizia Ue ha efficacia immediata per tutte le vertenze in corso e risolverà, a favore di tanti contribuenti, le liti pendenti accumulate in questi anni.
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