Licenziati per il cellulare

Pubblicato il 29 ottobre 2007

La corte di Cassazione, con la sentenza n. 22066/2007, ha respinto il ricorso di un lavoratore licenziato da un’azienda telefonica per aver effettuato conversazioni private con il cellulare aziendale, per oltre 9mila euro, senza aver digitato il codice per l’addebito personale delle chiamate. ha chiarito che non rileva, a discolpa del lavoratore il fatto che l’azienda abbia contestato l’accaduto con un certo ritardo, in quanto le grandi dimensioni dell’impresa possono ostacolare la percezione immediata delle irregolarità. Ciò che conta, ai fini della legittimità del recesso, è che, dal momento in cui le violazioni sono state scoperte, la reazione del datore di lavoro sia stata pronta e tempestiva.

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

NIS, al via la seconda fase: misure, obblighi e scadenze ACN

02/05/2025

Licenziamento in malattia legittimo se l’attività extra ostacola la guarigione

02/05/2025

Credito estero: no a decadenza per omessa indicazione in dichiarazione

02/05/2025

UCPI: sciopero e manifestazione nazionale contro il Decreto sicurezza

02/05/2025

Maternità e formazione professionale continua, chiarimenti commercialisti

02/05/2025

Superbonus e CILA-S: decadenza dell’agevolazione per mancata compilazione del quadro F

02/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy