L'Unione europea boccia gli aiuti alle quotazioni

Pubblicato il 25 novembre 2011 Italia di nuovo bocciata dall'Unione europea. L'aiuto alla quotazione delle società, previsto dal DL n. 269/2003, non supera per la terza volta il vaglio della Commissione europea (sentenza n. 458/09 P, del 24 novembre 2011).

La quotazione di una società in un mercato regolamentato di uno Stato comunitario tra il periodo dell'entrata in vigore del decreto legge e il 31 dicembre 2004 avrebbe beneficiato, secondo la norma, di una riduzione dell'aliquota dell'imposta del reddito del venti per cento, per il periodo d'imposta in cui avveniva la quotazione e per i due successivi.
 
La Corte europea ha considerato illegittimo l'aiuto di Stato.

Con le sentenze C-304/09, del 22 dicembre 2010, e C-496/09, del 17 novembre 2011, la Corte europea aveva già affrontato la questione invitando l'Italia al recupero delle somme indebitamente fruite. In quest'ultimo intervento si precisa come «la limitazione nel tempo delle agevolazioni comportasse la loro selettività, dal momento che di fatto determinava l'esclusione di numerosi beneficiari potenziali».
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