Nella seduta del 21 ottobre 2015, il Plenum del Consiglio superiore della magistratura (CSM) ha approvato una deliberazione sullo svolgimento, da parte dei magistrati ordinari, di attività politica e di governo internazionale, nazionale e locale.
Nel testo della medesima viene auspicato un intervento legislativo primario che impedisca al magistrato di proporsi come amministratore attivo nel medesimo territorio nel quale, senza soluzioni di continuità, abbia da poco svolto attività giurisdizionali.
Sarebbe necessario - si legge nella proposta - che la disciplina in tema di eleggibilità dei magistrati chiamati a ricoprire cariche pubbliche locali sia arricchita da una regola analoga a quella oggi vigente per le elezioni al Parlamento e che impone che i magistrati non si candidino nelle circoscrizioni sottoposte, in tutto o in parte, alla giurisdizione degli uffici ai quali si sono trovati assegnati o presso i quali hanno esercitato le loro funzioni per un congruo periodo antecedente la data di accettazione della candidatura.
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