No del Garante per la Privacy a forme ingiustificate e invasive di controllo

Pubblicato il 24 giugno 2015

Il Garante per la Privacy, Soro, nel suo discorso di accompagnamento alla Relazione annuale, del 23 giugno 2015, ha sottolineato come, nei rapporti di lavoro, il crescente ricorso in azienda a tecnologie, sistemi di geolocalizzazione e telecamere intelligenti, abbia sfumato la linea di demarcazione esistente tra vita privata e lavorativa.

A tal proposito, Soro ha auspicato che il decreto legislativo all’esame delle Camere sia in grado di adeguare la normativa ai cambiamenti nel rispetto, però, delle garanzie che impediscano forme ingiustificate e invasive di controllo, nel rispetto della delega e dei vincoli della legislazione europea.

Continua il Garante specificando che occorre sempre di più “coniugare l’esigenza di efficienza delle imprese con la tutela dei diritti: obiettivo che ha ispirato tutte le decisioni dell’Autorità nelle numerose verifiche preliminari nonché nelle linee guida in materia di biometria”.

Sulla questione, anche il Ministero del Lavoro ha ritenuto opportuno intervenire, in data 23 giugno 2015, con un nuovo comunicato stampa, per ribadire che la norma sugli impianti audiovisivi e gli altri strumenti di controllo, contenuta nello schema di D.Lgs. in materia di semplificazioni - attualmente all'esame delle competenti commissioni parlamentari – adegua la disciplina oggi vigente alle innovazioni intervenute, rispettando le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni, in particolare con le linee guida del 2007 sull'utilizzo della posta elettronica e di internet.

Il comunicato conferma, per quanto concerne gli strumenti che vengono assegnati al lavoratore "per rendere la prestazione lavorativa" (quali cellulari, tablet e pc), che la nuova norma non autorizza nessun controllo a distanza, ma chiarisce semplicemente le “modalità e i limiti per l'utilizzo di questi strumenti e dei dati raccolti attraverso di essi”.

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