Non è licenziato il dipendente che insulta il capo

Pubblicato il 23 giugno 2012 I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10426 depositata il 22 giugno 2012, annullano il licenziamento di un dipendente dovuto ad un'offesa verbale rivolta al proprio superiore, che nel caso in questione è donna.

I giudici sottolineano la sporadicità dell'episodio, spiacevole e inopportuno soprattutto perché rivolto ad una donna, ma tale da non configurare grave inadempimento: il fatto si era verficato in un contesto di non contrapposizione ed era stato preceduto da battute scherzose, oltre a verificarsi ad una distanza di circa 15 metri tra i due soggetti in causa.

Nella sentenza si ricorda che la contrattazione collettiva prevede il recesso solo se il diverbio litigioso è seguito dal ricorso a vie di fatto nel recinto dello stabilimento, che rechi grave pregiudizio alla vita aziendale.
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