Ocse, pubblicate le regole contro l’occultamento di patrimoni all’estero tramite trust

Pubblicato il 10 marzo 2018

L’Ocse ha messo a segno un nuovo importante tassello per la lotta all’evasione e all’elusione internazionale.

Dopo l’ampliamento dell’ambito di applicazione del meccanismo dello scambio automatico di informazioni (Crs), che ormai interessa circa 100 Paesi, sono state pubblicate le regole contro l'occultamento di patrimoni all'estero tramite trust e altri schemi: le cosiddette Mandatory Disclosures Rules.

Seguendo le indicazioni fornite dal G7, a conclusione dei lavori che si sono tenuti a Bari nella primavera del 2017, l’Ocse ha voluto mettere a punto delle regole che riguardano, in primo luogo, professionisti e consulenti, offrendo i modelli per l’invio obbligatorio alle autorità tributarie di informazioni relative a schemi che potrebbero impedire di risalire all’identità dei titolari di entità o trust o eludere le informative previste proprio dal Common Reporting Standard.

Regole per professionisti e consulenti

Come si legge nella nota del MEF, che ha annunciato la pubblicazione delle Mandatory Disclosures Rules, le nuove regole Ocse hanno lo scopo di impedire che consulenti legali, contabili, finanziari e gli intermediari finanziari creino schemi capaci di occultare i beneficiari di patrimoni detenuti all’estero.

Nelle 47 pagine del documento dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, si riportano alcune stime elaborate dalla stessa Organizzazione secondo cui “ molti contribuenti che detenevano attività finanziarie non dichiarate offshore sono stati puniti dalle loro autorità fiscali negli ultimi anni” e, proprio dallo scambio automatico di informazioni tra più di 100 giurisdizioni fiscali sui conti all’estero detenuti da contribuenti di queste stesse giurisdizioni, sono emersi più di 85 miliardi di dollari di gettito fiscale aggiuntivo nel mondo.

Azioni mirate contro le strutture opache che nascondono beneficiari effettivi e trust

Tuttavia, come specifica ancora l’Ocse, ci sono “persone che, spesso con l'aiuto di consulenti e intermediari finanziari, continuano a cercare di nascondere i loro beni offshore e volare sotto il radar dei rapporti Crs”.

Per tali ragioni, le nuove norme diffuse il 9 marzo 2018 “sono rivolte a queste persone e ai loro consulenti, introducendo un obbligo per un'ampia gamma di intermediari di divulgare i regimi per eludere le segnalazioni di Crs alle autorità fiscali. Le nuove regole richiedono anche la segnalazione di strutture che nascondono i proprietari effettivi di beni, società e trust offshore”.

Come sottolineato anche da Pascal Saint-Amans, direttore del Centro Ocse per la politica fiscale e l'amministrazione: “con lo scambio automatico di informazioni sul Crs che diventa una realtà globale quest'anno, è il momento giusto per intercettare quei contribuenti e consulenti che tentano di indebolire il reporting sulle attività offshore e che cercano di aggirare il nuovo quadro globale di trasparenza fiscale”.

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