Ordini, una riforma “di maggioranza”

Pubblicato il 12 dicembre 2006

La vicenda degli Ordini professionali non si è ancora conclusa. La riforma delle professioni da poco approvata dal Governo deve ora passare al vaglio del partito più fluido e trasversale di maggioranza relativa: quello dei liberi professionisti. Al di là dell’appartenenza ad un Ordine, il partito dei professionisti, che attraversa tutte le forze politiche, potrebbe trovare ora motivi di alleanza per “ridisegnare” un testo di natura più liberista sulla scia del tanto contestato decreto Bersani. Oggi si terrà l’ufficio di presidenza che dovrà fissare un calendario dei lavori per le commissioni Giustizia e Attività produttive della Camera, che in seduta congiunta svolgeranno delle audizioni sul testo. Si tratta di confronti aperti che dovranno essere effettuati al fine di affrontare il testo in maniera ragionata. Tra i primi consensi ad emergere, quello che vorrebbe il ripristino delle tariffe minime per l’attività giudiziale degli avvocati.    

Intanto, dalla “Scuola di formazione per dirigenti di categoria” promossa dal Consiglio nazionale dei ragionieri è stato presentato come obiettivo un nuovo modello di governance per gli Ordini e Collegi.

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