Paternità, accertamento più facile

Pubblicato il 05 maggio 2008
In materia di accertamento della paternità, la Corte di Cassazione ha stabilito due principi fondamentali: l’uno riguarda il rifiuto dei presunti fratelli alle prove ematiche, considerato quale elemento di prova favorevole per chi chiede il riconoscimento, l’altro ritiene possibile l’effettuazione del test del Dna anche sul cadavere del presunto padre (sentenze n. 10051 e n. 10007 del 16 aprile 2008).

A consolidare l’orientamento volto a favorire il riconoscimento della paternità, anche la sentenza della Suprema Corte n. 1733/08, secondo cui “il rifiuto ingiustificato di sottoporsi ad indagini ematologiche costituisce un comportamento valutabile dal giudice anche in assenza di prova di rapporti sessuali tra le parti ...", il giudice infatti può "trarre la dimostrazione della fondatezza della domanda esclusivamente dalla condotta del preteso padre, globalmente considerata e posta in opportuna correlazione con le dichiarazioni della madre”.
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