Per la custodia cautelare, si contano tutte le aggravanti

Pubblicato il 23 settembre 2015

Con sentenza n. 38518 depositata il 22 settembre 2015, la Corte di Cassazione, Sezioni Unite penali, ha respinto il ricorso di un imputato – condannato per estorsione biaggravata – che aveva contestato la metodologia di determinazione della pena ai fini della misura cautelare carceraria, comminatagli, a suo dire, per un tempo eccessivo rispetto a quello che gli sarebbe spettato.

Le Sezioni Unite – a cui il primo presidente aveva rimesso la questione – dopo ampia ed articolata ricostruzione giurisprudenziale, sono giunte a formulare il principio di diritto per cui, ai fini della determinazione della pena agli effetti della comminatoria della misura cautelare personale, deve tenersi conto, nel caso dell'applicazione di più circostanze aggravanti ad effetto speciale, oltre che della pena stabilita per la circostanza più grave, anche dell'ulteriore aumento complessivo di un terzo ex art. 63 comma 4 c.p. per le ulteriori omologhe aggravanti meno gravi.   

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