Post canzonatori su Facebook: non è stalking

Pubblicato il 04 dicembre 2020

Secondo la Suprema Corte, la pubblicazione di post meramente canzonatori ed irridenti su una pagina Facebook accessibile a chiunque non integra la condotta degli atti persecutori di cui all’art. 612 bis c.p.

Ciò che manca è il requisito della invasività inevitabile connessa all’invio di messaggi privati tramite, ad esempio, SMS, Whatsapp e telefonate.

Tale pubblicazione, se rientra nei limiti della legittima libertà di manifestazione del pensiero e del diritto di critica, è legittima.

E’ il principio di diritto enunciato dalla Corte di cassazione nel testo della sentenza n. 34512 del 3 dicembre 2020.

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