Professionisti. La riforma delle casse previdenziali per ora è ferma

Pubblicato il 04 marzo 2011 Il disegno di legge 2177, con il quale il Senatore Antonino Lo Presti rende possibile alle Casse di previdenza dei professionisti aumentare il contributo integrativo dal 2% al 5%, ha subito un freno da parte della Commissione bilancio del Senato, che nella seduta di martedì scorso ha espresso un “parere di semplice contrarietà”. A questo punto, condizionato anche dall’articolo 81 della Costituzione, lo stesso Ddl dovrebbe essere sottoposto ad almeno due modifiche.

La riforma della previdenza privata non è definitivamente bocciata. Va semplicemente corretta. È necessario, infatti, inserire un emendamento con una clausola di salvaguardia “senza nuovi oneri per la finanza pubblica”, per poter passare. Dunque, è atteso un nuovo iter legislativo.

Come indicato dal presidente della Commissione lavoro del Senato, Pasquale Giuliano, si procederà a fare le modifiche richieste anche se tutto ciò comporterà un allungamento dei tempi, dato che poi il testo dovrà tornare alla Camera.

Anche da parte dei professionisti si chiede maggiore chiarezza. Antonio Pastore, componente dell'Associazione italiana dottori commercialisti, ha sottolineato il fatto che si chiede alle “casse di essere virtuose e poi non si fa nulla per rendere meno pesanti le riforme adottate”.
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