Progetto di riforma della giustizia tributaria: fase conciliativa ed unico grado di merito

Pubblicato il 07 marzo 2011 E' allo studio del ministero dell'Economia un progetto di riforma della giustizia tributaria che prevede l'introduzione dello strumento della conciliazione a sostituzione dell'attuale primo grado di merito dinanzi alle Commissioni tributarie provinciali.

Il rito tributario verrebbe così suddiviso in due fasi:

- una prima fase, precontenziosa, affidata ad organismi di conciliazione indipendenti;

- una fase giudiziaria, costituita da un unico grado di merito, demandata a magistrati togati.

Per l'eventuale appello, il giudizio dovrebbe svolgersi dinanzi alla Corte di cassazione.

Il progetto dell'Economia non convince l'Associazione magistrati tributari la quale, a mezzo del proprio presidente, Ennio Attilio Sepe, ha inviato una lettera, lo scorso 1° marzo, ai presidenti di tutti gli organismi, istituzionali e associativi, che si occupano di giustizia tributaria, dove si sollecita “un'azione comune” contro detta riforma. Per Sepe, in particolare, la sostituzione di un grado di giudizio con una fase precontenziosa, di natura amministrativa, porterebbe “un netto abbassamento della tutela giurisdizionale del contribuente”.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Contributi operai agricoli: no a disparità tra contratti a termine e indeterminati

13/05/2025

Incentivi R&S per tecnologie strategiche nelle Regioni meno sviluppate (STEP)

13/05/2025

Fallimento, sì alla prova con documenti alternativi ai bilanci

13/05/2025

Privacy: al via la consultazione pubblica sul modello “Pay or ok”

13/05/2025

Bonus giovani: via alle domande dal 16 maggio

13/05/2025

Bonus donne: come fare domanda dal 16 maggio

13/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy