Proposte emendative del Governo su falso in bilancio e anticorruzione
Pubblicato il 09 gennaio 2015
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha partecipato alla seduta della commissione Giustizia del Senato del 7 gennaio 2015, presentando una serie di emendamenti al testo del disegno di legge n. 19 su corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio, presentato dal presidente del Senato, Piero Grasso, nel marzo 2013.
Le proposte emendative, in realtà, riprendono il contenuto di misure già varate dal Consiglio dei Ministri, comprese quelle volte al contrasto della corruzione, approvate dall'Esecutivo il 12 dicembre 2014.
Misure anticorruzione
Viene, così, previsto un
incremento delle pene relative al reato di corruzione per le quali la previsione "
da quattro a otto anni" viene sostituita con "
da sei a dieci anni".
L’ammissibilità della
richiesta di patteggiamento, per i
reati contro la Pubblica amministrazione, viene, inoltre, subordinata alla
restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato.
Si prevede, altresì, un
incremento di pena nelle ipotesi di cui all'articolo 416 bis del Codice penale di
partecipazione alle associazioni di tipo mafioso.
Falso in bilancio con soglie di non punibilità
Negli emendamenti sono state anche veicolate le misure di modifica del
falso in bilancio.
In particolare, si prevede che i soggetti coinvolti nelle
false comunicazioni sociali siano puniti con la pena della
reclusione da due a sei anni.
Il fatto, procedibile a querela,
non è punibile se le falsità o le omissioni
non abbiano determinato un'alterazione sensibile della
rappresentazione della situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale essa appartiene.
Inoltre, la
punibilità viene
esclusa se le falsità o le omissioni determinano una
variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte,
non superiore al 5 per cento o una
variazione del patrimonio netto non superiore all'1 per cento.
Nel caso in cui dal fatto derivi un
danno di rilevante gravità, la pena viene
aumentata fino alla metà e si procede d’ufficio.
Per le false comunicazioni sociali nelle
società con titoli quotati o diffusi tra il pubblico in misura rilevante, la pena della
reclusione è da tre a otto anni.
Secondo il Guardasigilli, Andrea Orlando, già nei primi mesi del 2015 "
queste norme potranno essere legge".
Lo stesso - a margine dei lavori della commissione Giustizia del Senato - ha anche ricordato come alla Camera, in commissione Giustizia, sia già in discussione un altro disegno di legge con misure anticorruzione.
"Vedremo chi fa prima" - ha dichiarato "
abbiamo scelto la strada di recepire il percorso più rapido".