Questione pregiudiziale alla Corte europea. Diniego motivato

Pubblicato il 23 aprile 2014 La Corte europea dei diritti dell'uomo, con sentenza pronunciata l'8 aprile 2014 sul ricorso n. 17120/09 (Dhahbi contro Italia) ha condannato il nostro Paese per violazione del principio di equo processo e del divieto di discriminazione in base alla nazionalità.

Equo processo e divieto di discriminazione

In particolare, il ricorrente aveva lamentato che la Corte di cassazione italiana avesse ignorato la sua richiesta di demandare alla Corte europea una questione pregiudiziale relativa all'interpretazione dell'accordo euro-mediterraneo, senza fornire alcuna motivazione.

Il caso specificamente esaminato riguardava un cittadino tunisino che, munito di regolare permesso di soggiorno, era stato assunto da una società e assicurato presso l'Inps.

Lo stesso, essendo sposato e con quattro figli minori a carico, aveva fatto istanza ai fini dell'ottenimento dell'assegno per nucleo familiare ma si era visto negare il diritto per il fatto che non era cittadino italiano.

Per questo aveva fatto ricorso ai giudici italiani lamentando una violazione dell'accordo euromediterraneo tra Ue e Tunisia e chiedendo un rinvio della questione interpretativa alla Corte di giustizia Ue.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

CCNL Attività ferroviarie - Verbale di accordo del 30/7/2025

08/08/2025

CCNl Enti di sviluppo industriale - Stesura dell'1/8/2025

08/08/2025

Ccnl Consorzi ed Enti di Sviluppo industriale. Rinnovo

08/08/2025

Ccnl Attività ferroviarie. Rateizzazione una tantum

08/08/2025

Contributi ferie non godute: versamento entro il 20 agosto

08/08/2025

Congedo di paternità obbligatorio: anche alla madre intenzionale dal 24 luglio

08/08/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy