Reddito d'impresa, regole sull'imputazione temporale tassative ed inderogabili

Pubblicato il 24 dicembre 2014 I giudici di Cassazione, con la sentenza n. 27296 depositata il 23 dicembre 2014, hanno ricordato come, in materia di determinazione del reddito d'impresa, sono da ritenere “tassative ed inderogabili” le regole sull'imputazione temporale dei componenti del reddito; non è, ossia, consentito al contribuente di ascrivere a proprio piacimento un componente positivo o negativo del reddito ad un esercizio diverso da quello individuato dalla legge come “esercizio di competenza”.

Nel dettaglio, anche con riferimento alle sopravvenienze passive, va applicato il principio secondo il quale, nell'ambito di imposte sui redditi d'impresa, l'articolo 66, comma terzo del D.P.R. n. 917/1986, va interpretato nel senso che l'anno di competenza per operare la deduzione stessa deve coincidere con quello in cui si acquista certezza che il credito non può più essere soddisfatto, perché in quel momento si materializzano gli elementi certi e precisi della sua irrecuperabilità.

Diversamente opinando, la scelta del periodo d'imposta più vantaggioso per operare la deduzione verrebbe rimessa all'arbitrio del contribuente, in spregio al principio di competenza.

In tutto questo contesto – conclude la Corte – spetta al contribuente la prova della ricorrenza dei presupposti per la deroga al criterio di competenza.
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