Responsabilità civile dei magistrati. Approccio "prudente" alla riforma

Pubblicato il 28 maggio 2015

Cauto ottimismo è stato espresso dal vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Legnini - in occasione di un convegno tenutosi il 27 maggio 2015 in Cassazione – in ordine alla applicazione della nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati.

Come già annunciato dal Ministro di giustizia Orlando, infatti, a distanza di circa due mesi dalla riforma, i ricorsi volti ad ottenere il risarcimento per la condotta dei giudici , sono stati meno di dieci. Sintomo – ha sottolineato il vicepresidente – di un atteggiamento "prudente" verso la predetta legge, sia da parte dei privati che dell'avvocatura.

D'altra parte sono stati numerosi sino ad ora i profili di incostituzionalità sollevati avverso la novella L.18/2015, e non solo per quanto riguarda la riformata responsabilità della magistratura.

Critico infine il commento del presidente della Cassazione Santacroce, secondo cui, con la scusa della spinta europea, il Governo italiano ha varato una riforma sulla responsabilità dei giudici che appare piuttosto ancorata ad una scelta politica e che suona più che altro come un avvertimento/minaccia per la categoria.

In tal modo infatti – ha precisato il presidente – e per effetto della nuova legge - i giudici saranno portati ad assumere una mentalità "impiegatizia" e ad adottare scelte più "accomodanti" se saranno in gioco interessi o personaggi "forti", per porsi al riparo da eventuali rivalse. Ne deriva dunque indirettamente anche una violazione del diritto dei cittadini alla tutela giurisdizionale.

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