Secondo l’Avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione europea, Henrik Saugmandsgaard Øe, le disposizioni comunitarie non ostano a misure di riduzione generalizzata delle retribuzioni nell’amministrazione pubblica alle quali sono soggetti taluni giudici in forza di una normativa nazionale.
E’ questa l’interpretazione che, nelle conclusioni presentate il 18 maggio 2017 con riferimento alla causa C‑64/16, viene proposta dall’Avvocato Ue alla Corte di giustizia per quanto riguarda l’articolo 19, paragrafo 1, secondo comma, TUE e l’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
La domanda di pronuncia pregiudiziale in oggetto è stata sottoposta ai giudici europei da parte della Corte amministrativa suprema del Portogallo, nell’ambito di una controversia sorta fra l’Associazione sindacale dei giudici portoghesi e la Corte dei conti portoghese, in relazione alla riduzione degli stipendi versati ai membri di quest’ultimo organo giurisdizionale, risultante da una legge che aveva temporaneamente ridotto l’importo delle retribuzioni nel settore pubblico per combattere gli effetti della crisi economica esistente in Portogallo.
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