Rettifica della rendita catastale per nuovo classamento? Motivazione specifica

Pubblicato il 14 febbraio 2019

L'accertamento, la rettifica e l'aggiornamento catastale necessitano di un'adeguata e specifica motivazione da parte dell'amministrazione finanziaria.

Ciò non solo nei casi di revisione per microzona, ma anche in quelli nei quali il potere di rettifica sia esercitato su sollecitazione mirata dell'autorità comunale, come nelle ipotesi di riclassamento massivo per tutti gli immobili ricadenti nel territorio comunale.

E' questo il consolidato orientamento della giurisprudenza richiamato dalla Cassazione nel testo della sentenza n. 3107 del 1° febbraio 2019.

Avviso di accertamento non adeguatamente motivato

Nel caso in esame, la Suprema corte ha accolto il ricorso promosso da un contribuente che si era opposto ad un avviso di accertamento che l'Agenzia del territorio gli aveva notificato, nel quale era stata aumentata la rendita catastale di un immobile di sua proprietà, all'esito di riqualificazione da categoria A/2 di classe seconda a categoria A/1 di classe prima.

Lo stesso lamentava che l'Agenzia del territorio avesse illegittimamente modificato il classamento per tutte le unità immobiliari presenti nel comprensorio cittadino, sulla base della sola collocazione topografica, e non invece sulla base dell'esigenza di adeguare il classamento delle singole unità immobiliari urbane che fossero risultate precedentemente accatastate in maniera incongrua o abnorme.

Gli Ermellini, in particolare, hanno accolto la doglianza con la quale il ricorrente accusava la violazione e falsa applicazione degli articoli 3 della Legge n. 241/90 e 7 della Legge n. 212/2000, per non avere, la CTR (che aveva confermato l'avviso), rilevato l'insufficiente motivazione dell'atto di accertamento catastale, in quanto basato su elementi generici ed indistintamente relativi ad unità immobiliari con diverse caratteristiche e, comunque, senza l'indicazione, in concreto, dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche che avevano determinato la rettifica.

Classamento: indicazione specifica dei motivi

La Sezione tributaria civile, sul punto, ha ricordato gli arresti di legittimità secondo cui la motivazione del provvedimento di riclassamento di un immobile, già munito di rendita catastale, deve esplicitare, nel dettaglio, i motivi del nuovo classamento.

Deve indicare, ovvero, se il nuovo classamento sia stato adottato:

Così, ai fini della revisione del classamento catastale di immobili urbani - ha continuato la Corte di legittimità - la motivazione dell'atto non può limitarsi a contenere l'indicazione della consistenza, della categoria e della classe attribuita dall'Agenzia del territorio, ma deve specificare, a pena di nullità, a quale presupposto la modifica debba essere associata, di modo da consentire al contribuente il pieno esercizio del diritto di difesa nella successiva fase contenziosa, conseguente alla richiesta di verifica dell'effettiva correttezza della riclassificazione.

Non basta citare i parametri "riclassificatori" in via generale

E l'avviso di accertamento oggetto del giudizio, nella specie, non rispondeva ai requisiti motivazionali di legge, per come sopra delineati.

Difatti, in esso l'amministrazione si era limitata a citare dei parametri riclassificatori di carattere astratto e generale, mentre nel richiamo operato ad “immobili ricadenti nella stessa zona aventi analoghe caratteristiche tipologiche, costruttive e funzionali”, aveva omesso di indicare, specificamente, tali immobili, il loro classamento e le caratteristiche che li rendevano concretamente assimilabili a quello accertato.

Senza contare che non era stato nemmeno precisato, nella motivazione, in che cosa consistessero “i significativi miglioramenti a seguito dell'incremento delle infrastrutture urbane” citati nell'avviso.

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